Nella corsa a palazzo del Pincio, il primo a rompere gli indugi presentando ufficialmente (via Facebook) la propria candidatura è stato il generale Paolo Poletti. Dietro di lui, la regia politico-imprenditoriale del duo Tidei-Serafini non ha ancora però affinato la parte operativa della campagna elettorale. E così, mentre la strategia comincia a delinerarsi, nella tattica e nei piani operativi, per restare al gergo militare, c’è senza dubbio ancora da mettere a punto più di qualcosa.

Dopo il pasticcio iniziale, con la dichiarazione del generale di guardare, da civico e apolitico (questo è un lapsus di chi forse intendeva apartitico e invece ha detto esattamente ciò che dall’esterno appare: ossia un soggetto al di fuori della politica) all’area di centrodestra, lo stesso ha corretto il tiro, nella sede del Pd, affermando: «Sicuramente non farò accordi o mezze intese con tutti coloro che hanno rappresentato e rappresentano la vecchia gestione dell’amministrazione cittadina (quindi con il centrodestra, ndr) fatta di troppi personalismi, familismi e ammiccamenti sottobanco agli amici degli amici. Il vecchio modo di fare politica. Da civico sto ragionando sulla piattaforma programmatica che possa fare di Civitavecchia una delle città cardine per l’Italia e per l’estero. E sono disponibile a imbarcare in questo progetto ambizioso tutte le forze politiche, le singole personalità civiche che mi daranno fiducia e consenso. Ma non la vecchia gestione fallimentare. Il Pd ha un suo candidato e certo quello non sono io. Finora invece ho trovato sul livello nazionale apprezzamento da Forza Italia, da esponenti di Fratelli d’Italia e dalla Democrazia Cristiana. Partiti sicuramente non di sinistra».

Detto (anche) questo, il generale si è candidato via social, pubblicando la pagina “Paolo Poletti sindaco”, in cui scrive di essere un “candidato civico alla poltrona di Sindaco”. Ed ha iniziato a reclutare le truppe, attorno alla sua associazione “Leali, legali, liberi”.

Al di là del sostegno o meno della Dc del segretario nazionale Totò Cuffaro, partito che ha inviato due comunicati stampa di segno opposto sulla posizione rispetto alla candidatura di Poletti, il generale ha in Forza Italia i migliori alleati, a partire dal consigliere regionale Giorgio Simeoni, fino al coordinatore locale del partito, l’ex assessore Roberto D’Ottavio. Entrambi sono in ottimi rapporti con Serafini e non a caso la prossima mossa in cantiere è quella di portare in Forza Italia anche Ivano Iacomelli, anche lui uomo Conad, attuale presidente dell’osservatorio ambientale in quota alla LIsta Tedesco, e rappresentante dello stesso Serafini nella “scalata” a Telecivitavecchia, dove è stato nominato in consiglio di amministrazione.

La lista degli uomini del generale prosegue (anzi, per la verità inizia) con Sandro De Paolis, presidente dell’associazione e bacciniano doc. Non a caso, lo scorso 25 ottobre Poletti commentò favorevolmente la proposta del sindaco di Fiumicino Mario Baccini di istituire una provincia del litorale, fino a Civitavecchia. Proposta che vide il favore anche della Smart di Alessio De Sio, che dopo poche ore “ritirò” il comunicato. Oggi, però, dopo gli input di sostegno al generale dell’assessore di FdI Giancarlo Righini al suo rappresentante a Civitavecchia Raffaele Cacciapuoti (che in regione lavora con Emanuela Mari), è inevitabile chiedersi se anche De Sio ed il suo gruppo siano stati arruolati nell’esercito (che al momento è ancora un plotone) del generale. Basterà attendere ancora un po’ e il quadro sarà più chiaro.
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