CERVETERI - «Quando una persona trova la forza di chiedere aiuto, dobbiamo essere pronti a rispondere immediatamente, senza esitazioni». Con queste parole la direttrice generale della Asl Roma 4, Rosaria Marino, ha sottolineato l'importanza di una risposta tempestiva ed efficace nei casi di violenza di genere. È stato questo uno dei temi centrali affrontati ieri mattina durante il X Tavolo antiviolenza, che si è svolto presso l’Istituto Enrico Mattei di Cerveteri. L'incontro, promosso dalla direzione generale della Asl Roma 4, dal comune di Cerveteri e da tutti gli attori che partecipano al Tavolo, ha coinvolto circa 200 studenti delle classi quarte e quinte dell’istituto, con l’obiettivo di rafforzare la rete territoriale di prevenzione e supporto. La direttrice generale Marino ha evidenziato la necessità di intervenire non solo sulle vittime, ma anche sugli aggressori. «Quando si parla di violenza si pensa alla vittima perché è la prima che ha bisogno di aiuto – ha spiegato Marino – ma anche l'aggressore avrebbe bisogno di un percorso di recupero. È grave che chi agisce con violenza non sia consapevole di aver bisogno di aiuto. È per questo che dobbiamo intervenire non solo sui danni fisici, ma anche su quelli psicologici. La mente si destruttura e la ricostruzione psicologica è la parte più difficile».

Il direttore sanitario della Asl Roma 4, Simona Ursino, ha ringraziato gli organizzatori e ha ribadito l'importanza del ruolo dei giovani nella prevenzione. «Dovete essere ambasciatori di questo messaggio tra amici e parenti», ha detto Ursino rivolgendosi agli studenti.

Un quadro preoccupante è stato tracciato dal procuratore capo di Civitavecchia, Andrea Liguori, che ha illustrato i numeri della violenza di genere nel territorio. «Nel 2023 abbiamo iscritto 600 casi di violenze sulle donne e nel 2024 siamo arrivati a 700, con circa 5 casi al mese di Codice Rosso», ha detto Liguori. «Di questi, 200 erano così gravi da portare a misure cautelari, di cui 50 con custodia in carcere o ai domiciliari. Gli altri 145 sono stati gestiti con il braccialetto elettronico». Liguori, insieme alla pm Martina Frattin, ha raccontato due episodi che dimostrano quanto sia difficile per le vittime uscire da situazioni di violenza. In un caso, una donna aveva sporto denuncia per maltrattamenti, ma è stata uccisa dal suo compagno, poco dopo la sua morte è arrivata la remissione di querela. Una storia in cui la violenza dell’uomo in qualche modo è stata giustificata o “sminuita” dalla donna, con un tragico esito. Liguori ha raccontato un altro caso che ha coinvolto una giovane di 18 anni, vittima di comportamenti ossessivi e violenti da parte dell'ex compagno. «Un giorno il ragazzo l’ha bloccata mentre andava a scuola, l’ha minacciata con un coltello e le ha tolto il telefono, mettendolo in modalità aereo per evitare che potesse chiedere aiuto – ha spiegato -. È stato un piano premeditato che, grazie alla prontezza della rete amicale, del fratello e all’intervento delle forze dell’ordine, si è risolto prima che finisse in tragedia». Il sindaco di Cerveteri, Elena Gubetti, ha evidenziato l'importanza del lavoro svolto dal centro antiviolenza, che solo nell'ultimo anno ha accolto circa 120 vittime. «Abbiamo scelto di coinvolgere le scuole – ha detto Gubetti – perché sono i giovani a poter fare la differenza nel futuro. Sensibilizzare, prevenire e costruire una rete di ascolto e protezione è il nostro obiettivo».

L'incontro si è concluso con l'invito rivolto agli studenti a diventare parte attiva nella lotta alla violenza di genere, diffondendo un messaggio di rispetto e di solidarietà. La rete antiviolenza del territorio si prepara ora a potenziare i servizi di ascolto e di protezione per le vittime, puntando sulla prevenzione come strumento chiave per arginare questo fenomeno.

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