CIVITAVECCHIA – Tutto nasce dalla lettura di un testamento, le ultime volontà di un marito innamorato e ammiratore della sua donna: quelle del marchese Vincenzo Calabrini morto a Civitavecchia il 30 gennaio 1833.
Le sue ultime volontà, lette dal notaio Angelo Bruni, confermano che suo unico erede universale, esclusi alcuni legati, è il nipote Carlo Caldani ma il marchese ha voluto inserire nel suo testamento un’importante e fondamentale postilla: designa “erede usufruttuaria della universa mia eredità” Anna Maria Cortesi “mia amatissima consorte fino a che serverà lo stato vedovile”. Si augura, inoltre, che vista la grande stima e fiducia che nutriva verso l’adorata moglie, che lei continui, se desidera, proseguire o terminare “gli affari e i negoziati campestri, e di commercio” con l’aiuto del fratello di lei, Filippo. Ma la direzione spetterà sempre a lei, visto che il marito è ben cosciente del suo valore. Solo se si sposerà di nuovo, l’eredità passerà subito all’erede universale. Il nipote Carlo cercherà in ogni modo di scalzarla da quel ruolo, accusandola di un matrimonio segreto contratto con il suo segretario Tommaso Gori. Interpellato, il Sant’Offizio smentirà tale evento.
L’ingente eredità ricevuta, colloca la marchesa Anna Maria Calabrini ai primi posti della piccola società civitavecchiese. È lei che per venti anni sarà la Prima Donna di Civitavecchia, ferrea negli affari e appassionata nella cultura. I Guglielmi, l’altra famiglia che dominò la città nell’Ottocento, non hanno per lunghi anni una pari figura femminile che possa rivaleggiare con la marchesa, solo più tardi Isabella Berardi, sposa di Giacinto Guglielmi, emergerà negli ultimi decenni del secolo.
Per fortuna di Civitavecchia, al fianco di Anna Maria troviamo il fedele avvocato Benedetto Blasi. L’unione delle loro sensibilità, capacità e amore per la città produrranno importanti e durature realtà economiche e culturali al servizio della comunità. Il potere economico della Marchesa fu certamente un valore aggiunto alla realizzazione di tali progetti.
Il primo, concepito nel 1837 e concluso nel 1844, fu la progettazione e costruzione del teatro comunale Trajano destinato a sostituire il precedente teatro Minozzi, inaugurato nel lontano 1787.
Per ringraziare la Marchesa per il suo ruolo nella realizzazione del nuovo teatro, i magistrati cittadini le dedicano il libretto della prima opera messa in scena sul nuovo palcoscenico: “Eustorgia da Romano”, altro nome con cui veniva messa in scena la “Lucrezia Borgia” di Gaetano Donizetti. Sarà un caso che l’opera è incentrata sulla figura di una donna forte e di potere?
La seconda realtà che il Blasi concretizza con la complicità e l’appoggio della marchesa Calabrini fu la fondazione nel 1847 della Cassa di Risparmio di Civitavecchia, prima banca a nascere in città.
L’intervento della Calabrini nell’istituzione della Cassa, la leggiamo nella lapide dei soci fondatori, oggi custodita ed esposta nell’atrio della Fondazione Cariciv. Fra i soci è annoverato il marchese Vincenzo Calabrini, che però si era spento tredici anni prima. Tale scelta fu dettata dalle norme che all’epoca impedivano alle donne di partecipare a tali operazioni, pertanto il nome del defunto fu utilizzato per rappresentare la Famiglia Calabrini, di cui la Marchesa teneva in pugno i cordoni della borsa. Fu lei ad acquistare la quota sociale e forse ad ottenere che il 17° articolo dello statuto della banca prevedesse la possibilità per le azioniste di essere rappresentate nelle assemblee societarie.
Oggi la Cassa non esiste più, la sua benefica vocazione di supporto alla comunità è stata ereditata dall’omonima Fondazione e il ruolo che Anna Maria Calabrini ebbe per svariati anni nel panorama sociale e culturale civitavecchiese, è stato ereditato dall’attuale presidente dell’ente, Gabriella Sarracco, che idealmente prosegue l’opera della Marchesa a favore di Civitavecchia.
Oggi è l’8 marzo, auguri alle donne civitavecchiesi, ben rappresentate da queste due grandi donne.
(ispirato dal mio libro “La Marchesa e le zitelle. Donne nella Storia di Civitavecchia”, 2023)