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CIVITAVECCHIA – Un allarme sociale non recepito dalle istituzioni, che preferiscono tamponare anziché affrontare il problema all’origine. Parliamo dei disagi psichici, di persone che vivono ai margini, i cui problemi vengono spesso sottovalutati e di conseguenza non vengono affrontati adeguatamente. Civitavecchia da tempo assiste a fenomeni di questo tipo: individui visibilmente problematici, che tuttavia per lo Stato non hanno niente. Di frequente la Polizia e i Carabinieri sono costretti a intervenire su segnalazione dei cittadini per fronteggiare emergenze di questo tipo: persone deliranti che tirano sassi alle auto o calci alle persone, altre che rubano pur non avendo bisogno di nulla, altre ancora che si sdraiano al centro della strada impedendo il transito dei veicoli e paralizzando il traffico. E la procedura è sempre la stessa: trasporto al pronto soccorso, sedazione e dimissioni. Neppure passano più per il reparto di Servizio psichiatrico, che assiste i suoi pazienti senza ravvisare la necessità di aprire le porta ad altri individui problematici. Una volta dimesse, queste persone con evidenti problemi psicosociali, sono libere di reiterare e non avendo ricevuto alcuna cura specifica, il loro status non muta di una virgola.
Mercoledì sera un altro caso: un uomo, noto alle forze dell’ordine per una serie di ricoveri coatti a seguito di azioni pericolose messe in atto nei confronti della gente, si è presentato in una palestra chiedendo di poter sottoscrivere un abbonamento al costo di cinquanta centesimi. Quando il titolare si è rifiutato, l’uomo ha provato a rompere un tornello, costringendo le forze dell’ordine ad intervenire. E non parliamo di un soggetto nuovo ad azioni di questo tipo, ma di una persona nota all’ospedale San Paolo, per la quale i trattamenti sanitari dispensati non vanno oltre le prestazioni di pronto soccorso.
Come mai lo psichiatra non prende in cura questi casi? Lo stesso pronto soccorso, che ha già il suo bel da fare, spesso viene preso di mira da individui esagitati che lo riconoscono ormai come un luogo di contenzione, l’unico che in qualche modo prova a riportare un po’ di ordine nelle loro vite in preda all’esagitazione. Giovedì sera, infatti, un uomo ha iniziato ad inveire contro i medici e gli infermieri del reparto, costringendo ancora una volta le forze dell’ordine ad intervenire presso il nosocomio cittadino. Episodi che si ripetono, sui quali la Asl Roma 4 dovrebbe in qualche modo riflettere e pensare a interventi mirati in grado di fronteggiare quelle che in città sono ormai diventate delle vere e proprie emergenze.