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«L’Italia è il Paese dove l’università è nata oltre mille anni fa eppure l’istruzione non è mai stata al centro del dibattito pubblico».
Stefano Ubertini, rettore dell’Unitus, apre così il suo intervento in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2023-2024 nel 45ennale della fondazione dell’ateneo viterbese.
Davanti a un parterre di autorità politiche e civili - tra cui Mauro Rotelli, presidente della commissione Ambiente alla Camera, il consigliere regionale Daniele Sabatini, il prefetto Gennaro Capo, il questore Fausto Vinci, la sindaca Chiara Frontini, il presidente della Provincia Alessandro Romoli, il vescovo Orazio Francesco Piazza, il procuratore capo di Viterbo Paolo Auriemma - i massimi vertici delle forze armate e i rettori di vari atenei, Ubertini ha proseguito la sua disamina evidenziando che l’Italia «è penultima in Europa per numero di laureati» ma ammonisce a «non elargire con facilità pezzi di carta solo per far innalzare i numeri».
In un’epoca in costante e continuo cambiamento, la sfida per il rettore è quella di «garantire a tutti l’accesso all’istruzione e a un’istruzione di qualità».
E indica alcuni degli elementi che possono agevolare il superamento del divario educativo.
«Basse tasse di iscrizioni, più finanziamenti per le borse di studio e poi garantire alloggi e servizi».
Focalizza poi l’attenzione sul crescente fenomeno degli atenei che propongono lezioni quasi esclusivamente online.
«Non sono contrario alla didattica a distanza ma occorre preservare l’esperienza universitaria in presenza. Mi chiedo come sia possibile formare con un docente ogni 384 studenti, e l’ipotesi che si tratti di una scelta ispirata a logiche di profitto non è poi così strana».
«Lo Stato ha il dovere di garantire la qualità dell’insegnamento e della ricerca nelle accademie» rimarca.
Il rettore traccia quindi una sorta di bilancio «a 4 anni di distanza del mio mandato», bilancio che pone l’Unitus tra i migliori atenei a livello nazionale per l’offerta didattica e per la ricerca con 50 corsi di laurea attivati, investimenti in tecnologie e nel recupero di edifici a uso dell’ateneo, la partecipazione a progetti di ricerca di caratura nazionale e le iniziative di promozione e valorizzazione dell’immagine dell’accademia viterbese che ne accrescono l’attrattività.
«Nell’ultimo open day - sottolinea il rettore - abbiamo ospitato oltre 2000 ragazzi provenienti da tutta Italia».
E non solo. Sono 1100 gli studenti stranieri, provenienti da oltre 57 Paesi diversi, che frequentano l’ateneo viterbese. «E potrebbero essere molti di più se la burocrazia su accessi e accoglienza fosse meno rigida» annota aggiungendo: «È nostro dovere aprire le porte a chiunque punti sull’istruzione per costruire il proprio futuro».
Ubertini sottolinea infine anche la capacità dell’Unitus di reperire risorse. «I proventi sono passati da 9 a 12 milioni e poi oltre 30 milioni di progetti Pnrr entro il 2026».
All’intervento del rettore Ubertini, conclusosi con un augurio di buon cammino, hanno fatto seguito quelli del personale tecnico amministrativo e del rappresentante delle studentesse e degli studenti.
La cerimonia si è conclusa con la lectio magistralis del maestro Mario Brunello e del professore Piero Martin su “Conversazione attorno al silenzio e all’errore”