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Gli agricoltori hanno alzato il livello della protesta e ieri hanno “imposto” di fatto la chiusura per due ore del casello autostradale di Orte. Un centinaio di trattori hanno “invaso” infatti la rotonda che fronteggia il casello impedendo l’ingresso e l’uscita delle auto. Qui i produttori hanno allestito una cucina da campo che la dice lunga sulla volontà di proseguire la loro protesta arrivata ieri al suo quinto giorno. L’agitazione, seppur con agricoltori molto determinati, si è mantenuta su toni pacati anche quando ieri i manifestanti hanno rivendicato l’attenzione nazionale dei media. Presenti sul posto le forze dell’ordine e anche il questore di Viterbo, Fausto Vinci.
«Aspettiamo l'arrivo di una troupe che faccia una diretta su una rete pubblica nazionale - ha detto Antonio Monfeli, coordinatore della protesta di Orte - se non dovesse arrivare noi rimarremo qui fino alle 18 di domani (oggi ndr.) poi, andremo a Roma, per protestare anche lì vicino ai palazzi del potere».
L’intento era quello di suscitare l’attenzione del Governo su alcune politiche agricole come l’annullamento dell’esenzione Irpef e la riduzione dei premi Pac e sul possibile allineamento alle politiche agricole europee per tutelare il comparto agricolo dal collasso economico.
Alla fine è arrivata una troupe di Rai News 24. Gli agricoltori hanno esposto le loro ragioni e poi hanno allentato il presidio che tuttavia va ancora avanti. Sul posto è rimasta, infatti, una rappresentanza di produttori. Intorno alle 15,50 è stato riaperto il casello autostradale.
La protesta della Tuscia si inserisce nel più ampio quadro del movimento degli agricoltori autonomi che, sotto la sigla del Comitato degli Agricoltori Traditi (C.R.A.), sono scesi in piazza in varie città italiane manifestando contro le politiche agricole dell'Europa e le scelte dei governi così come contro la carne coltivata, le farine d'insetti, le tasse, il gasolio, la svendita dei terreni.
Da quanto hanno lasciato intendere, la protesta andrà avanti anche nei prossimi giorni.