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Due aziende olearie finiscono nei guai nell’ambito di un controllo dei Nas. In particolare il titolare di un frantoio della provincia di Viterbo è stato sanzionato per detenzione di 7.525 chili di olive, prive di qualsiasi informazione sulla loro provenienza e rintracciabilità. Olive che sono state quindi poste sotto sequestro. Presso un altro frantoio del viterbese, i Nas hanno sequestrato 1.500 chili di olio di oliva privo di tracciabilità, rinvenuti nel corso dell’attività ispettiva.
I controlli si inseriscono in una campagna condotta dai Nas , d'intesa con il Ministero della Salute, in tutt’Italia con ispezioni di frantoi, aziende ed esercizi produttivi e commerciali. Complessivamente sono state eseguite 1.250 ispezioni presso gli addetti della filiera, accertando situazioni di irregolarità presso 256 aziende ed esercizi commerciali. Le sanzioni amministrative riguardano la carente pulizia e manutenzione degli impianti e delle aree di lavorazione, l’omessa applicazione delle procedure di tracciabilità e di registrazione dell’olio prodotto, in alcuni casi associati con lo stato di abusività dei frantoi. Sequestrati litri di olio non censito o dichiarato di qualità superiore rispetto alla realtà.
«Un sentito ringraziamento ai Nas per l’importante operazione di controllo effettuata questa mattina in alcuni frantoi della regione - ha detto l’assessore regionale all’agricoltura, Giancarlo Righini - Un’azione che va a tutela della qualità di uno dei settori più importanti del sistema agroalimentare del nostro territorio. Così come giustamente ribadito dal ministro Lollobrigida, anche nel Lazio non c’è spazio per chi vuole operare contro la legge, mettendo a rischio la salute dei consumatori. È per questo che fin dal nostro insediamento - ha aggiunto Righini - abbiamo attivato misure ad hoc, come il bando per l’ammodernamento dei frantoi e la legge sull’oleoturismo, finalizzati a una crescita del comparto oleario non solo in termini qualitativi, ma anche dal punto di vista economico e dell’innovazione tecnologica».