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«Siamo qui per riunire la città e non per spaccarla, Viterbo deve essere una città aperta, colorata, senza muri, che non vede la diversità come un pericolo ma come un valore».
A parlare è Cipriana Contu, presidente provinciale Arci, che è stata la prima a intervenire al sit-in ‘Luci su Viterbo’ di piazza delle Erbe, ieri pomeriggio, organizzato da 19 sigle sindacali, partitiche e associazionistiche, per dire no alla presenza di Roberto Vannacci per le idee di cui è fautore. In piazza ci sono state varie decine di persone tra cui i politici Alessandro Mazzoli del Pd e Massimo Erbetti del Movimento Cinque Stelle.
«Una convivenza civile non può che fondarsi sui diritti – ha detto ancora Contu – e allora vi faccio una domanda: siamo al contrario? Penso proprio di no! Siamo nella direzione giusta e ci piace ribadirlo».
E’ chiaro il riferimento al libro del generale Vannacci, dal titolo “Il Mondo al Contrario”, che poi è diventato il nome dell’omonimo movimento che lo appoggia insieme ai comitati Noi con Vannacci, diretti dall’ex senatore viterbese Umberto Fusco.
«Il diritto all’odio non ci appartiene, né una società che distingue in base al colore della pelle – ha continuato Contu – o ai tratti somatici, mi sembra di tornare al Medio Evo più buio, manca solo la caccia alle streghe. Se si parla di invasione si punta sulla paura e si criminalizza chi va e soccorre, fino a definire fattucchiera chi si definisce femminista. In tutto ciò non ci riconosciamo. Un mondo possibile per noi è il rispetto di tutti e di tutte». Marta Nori, presidente del centro antiviolenza Kyanos, ha detto che «siamo contro le 50 cose orribili che ha detto e scritto Vannacci che, politicamente, sta cavalcando l’onda dei fatti politici del nostro Paese. L’idea che vogliamo espandere è che Viterbo è anche altro, non è solo la città in cui nasce il movimento di Vannacci. Non abbiamo nulla da spartire con le idee di Vannacci e ne prendiamo le distanze».
Virginia Migliore, presidente di Arcigay Viterbo, ha spiegato che «Viterbo è una città che vuole la tutela di tutte e tutti e Luci su Viterbo vuole illuminare le persone per non farle essere sole». «A livello legislativo e scolastico – ha detto Paolo Henrici, presidente dell’Anpi di Viterbo – si vuole gerarchizzare sempre di più il nostro Paese. Una società veramente democratica deve impedire tutto ciò». Valentina Bruno, responsabile del centro antiviolenza Erinna, ha parlato della difficoltà, oggi, di «esercitare le differenze che viene considerato pericoloso. L’incontro odierno è importante come confronto per guardare ciò che possiamo essere: un mondo senza violenza». Ultima a parlare è stata Lucia Ferrante dell’associazione Percorso, per cui «bisogna rivendicare il diritto di vivere in una città accogliente con un’università che non lasci indietro nessuno. I luoghi del sapere possono costruire la nostra comunità fuori da ogni logica di profitto».