ALLUMIERE - Come papaveri nella tempesta": questo il titolo del bellissimo libro scritto dal tarquiniese Giacomo Di Costanza ed edito da "Pav edizioni" che verrà presentato domani pomeriggio alle ore 17 nella splendida location della Casa delle Arti. Allumiere, che da anni è molto sensibile alla lettura accoglierà il giovane autore tarquiniese Giacomo Di Costanza, il quale × 1è al suo secondo libro: prima di "Papaveri nella tempesta", ha infatti pubblicato il romanzo: “Bellezza e Terrore” sempre di Edizioni Pav. A dialogare con il giovane e bravissimo autore sarà la giornalista Romina Mosconi. L'evento gode del patrocinio del comune e di Allumiere ed è ststo voluto e organizzato dalla Delegata alla Cultura Francesca Scarin insieme al sindaco Luigi Landi. "Ecco un altro appuntamento culturale in cui si da spazio ai giovani autori. Sono contenta di avere come ospite lo scrittore Giacomo Di Costanza - sto lavorando su una linea ben precisa ed è mia intenzione portare avanti autori locali e dar loro modo di farsi conoscere e apprezzare. Ciò è per me motivo di orgoglio e di vanto". Giacomo Di Costanza, nato a febbraio del 94 a Bologna, fin da piccolo è vissuto a Tarquinia. Dopo aver conseguito una laurea triennale in Filosofia, ha continuato il proprio percorso universitario laureandosi in Editoria e Scrittura cum laude. Nel periodo degli studi ha scritto per varie testate cartacee e online. Sentendo poi la necessità di rimanere al passo con i tempi, si è specializzato ulteriormente in digital marketing e ha così potuto iniziare a lavorare come copywriter, sua attuale professione. Per Giacomo la letteratura, in ogni sua forma: "funge da strumento per sbrogliare la matassa del presente. Con coraggio e umiltà, senza la presunzione di possedere la verità ma con il vivo desiderio di ricercarla. Sempre e comunque". Nel libro sono contenuti sei racconti nei quali viene narrato lo scorrere del tempo e i mutamenti che avvengono nelle persone anche se, in fondo, l’essenza non cambia. "Siamo tutti “piccole anime fragili che lottano, soffrono, ridono, amano. Piccole anime fragili che resistono fianco a fianco, proprio come papaveri nella tempesta". Il primo racconto si intitola “Una madre” ed è dedicato ad una mamma che ama immensamente la sua bambina e che per poterle comprare pannolini, vestitini e latte in polvere, è costretta a inseguire i suoi sogni su un marciapiede. Ci racconta anche della terribile infanzia che lei stessa ha subìto. Un’infanzia che le ha segnato il suo triste destino. A seguire: il racconto di “Un peccatore” che si confessa al parroco e racconta di quelle cicatrici che ha sul corpo e nell’anima. Poi c'è: “Un’infermiera”, dove si marra la storia di una donna che per emergere da un’esistenza piatta e insignificante provoca embolie gassose ai suoi anziani pazienti, mentre in: “Un matto” sono trattati i temi della malattia mentale, del bullismo, della fame compulsiva: sentirsi “troppo poco”, inadeguato e finire per costruirsi una realtà parallela nella quale rifugiarsi e stare al sicuro. In “Un malato” l’autore si domanda cosa si prova a sentirsi dire che fra sei mesi saremo nuvole, vento e che non ci saremo più.