CIVITAVECCHIA – Roma, ottobre 1943. Da poche settimane è stato firmato l’armistizio e in città la reazione dei tedeschi, ormai ex alleati, è furente. Specie nei confronti degli Ebrei del Ghetto a rischio deportazione. “Ladro di razza”, tragicommedia scritta da Gianni Clementi, in scena giovedì e venerdì sempre con inizio alle 21 al Nuovo Sala Gassman, è ambientata proprio in quei terribili giorni, quelli del rastrellamento. Tiberio è un ladruncolo che entra e esce di prigione, costretto a espedienti per sbarcare il lunario. Reduce dalla detenzione a Regina Coeli trova ospitalità per qualche giorno nella baracca di Oreste, impiegato alla Fornace, uomo onesto ma afflitto dalla povertà. Tiberio, per una strana congiunzione astrale, si troverà a stringere una relazione con Rachele, ricca ebrea socia di maggioranza proprio della Fornace dove lavora Oreste. Il testo di Clementi è intenso, ma nello stesso tempo leggero. I dialoghi, pur trattando temi di grande sofferenza, sono quasi sempre ammantati di ironia e il sorriso, o addirittura la risata non mancano. L’opera è riadattata Enrico Maria Falconi, direttore artistico del Gassman, che ne cura anche la regia. Sul palco nei ruoli dei tre protagonisti della storia Arianna Balestreri, Andrea Benedetti Michelangeli e Sergio Fulvio. Il botteghino del Gassman è aperto dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 20.

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