CIVITAVECCHIA – «Se l’operazione Unicredit-Commerzbank andrà in porto, è chiaro che il golden power perderà efficacia e nessun governo potrà più attivarlo, qualora gruppi bancari o fondi esteri si interesseranno ad aziende e banche italiane. I gruppi bancari del nostro Paese devono essere tutelati dalla politica e un gruppo come Intesa con oltre 72mila dipendenti è il principale datore di lavoro privato in Italia va messo nelle condizioni di svolgere il proprio ruolo di realtà di riferimento sociale per il Paese. Ciò anche perché in tema di solidarietà e sostenibilità, Intesa vanta l’importante primato delle erogazioni in campo sociale».

Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la convention economica di Forza Italia in corso a Milano.

«Fino a oggi, gruppi bancari stranieri hanno importanti partecipazioni in banche italiane e, se la Bce e l’Unione bancaria europea, dovessero dare segnali di accelerazione sul tema delle aggregazioni, è chiaro che con l’eventuale precedente Unicredit-Commerzbank saprebbero farsi valere. Uno scenario, insomma, in continuo movimento, dove la velocità dei cambiamenti organizzativi attraverso l’uso del digitale subirà delle forti accelerazioni. Noi preferiamo una valida digitalizzazione in banca anziché una banca digitale, perché i posti di lavoro vengono prima di ogni esigenza di mercato», ha aggiunto Sileoni.

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