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TARQUINIA - Si era presentato sotto falso nome al legale rappresentante di una società operante nel settore della vendita all’ingrosso di sementi. Con artifici e raggiri, aveva indotto in errore l’imprenditore, riuscendo ad ottenere un ingente carico di sementi, dell’importo di circa 20mila euro, senza, tuttavia, saldare il proprio debito.
Nel caso specifico, all’atto del ritiro della merce richiesta telefonicamente, il presunto truffatore avrebbe compilato e rilasciato un assegno postale risultato in seguito falso, collegato ad un conto corrente intestato ad altro soggetto di origini nord africane. Il presunto truffatore successivamente si è allontanato, unitamente al mezzo utilizzato per il trasporto della merce, facendo perdere definitivamente le sue tracce.
Il fatto è accaduto nel dicembre 2023; ora i finanzieri della Compagnia di Tarquinia hanno concluso le indagini, anche con l’ausilio di innovativi strumenti di investigazione, che hanno consentito di accertare le responsabilità penali a carico del presunto autore della truffa ai danni di un imprenditore di Piansano.
Le indagini condotte dalle Fiamme Gialle di Tarquinia, sotto la direzione del sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Viterbo, dottor Flavio Serracchiani, hanno consentito in tempi rapidissimi di raccogliere gravi, precisi e circostanziati indizi di colpevolezza a carico dell’autore della truffa, un quarantenne siciliano, gravato già da numerosi precedenti di polizia.
L’autorità giudiziaria competente, ritenuti sufficienti gli elementi indiziari contenuti nel compendio investigativo depositato dai finanzieri, ha emesso un apposito decreto di citazione diretta a giudizio nei confronti dell’indagato per l’ipotesi di reato di truffa e sostituzione di persona.
L’attività di servizio testimonia la costante attenzione e il perdurante impegno della Guardia di Finanza anche nella lotta e al contrasto dei reati contro il patrimonio, perpetrati da soggetti senza scrupoli, a danno di ignari e onesti cittadini.
PRESUNZIONE DI INNOCENZA In attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di non colpevolezza. Per indagato si intende una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale. Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza, fino al terzo grado di giudizio, che si basa sull’articolo 27 della Costituzione italiana, secondo il quale una persona “Non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”. La direttiva europea n 343 del 2016, recepita con la legge delega n 53 del 2021 stabilisce che "nessun indagato possa essere considerato come colpevole prima che nei suoi confronti venga emessa una sentenza di condanna".
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