CIVITAVECCHIA – A pochi giorni dalla scadenza della manifestazione di interesse promossa dal Ministero dell’Ambiente per il "dopo carbone", il destino della centrale Enel di Tvn resta avvolto nell’incertezza. Nessuna data ufficiale di chiusura definitiva, nessun piano chiaro di messa in sicurezza o bonifica dell’impianto, nessuna indicazione concreta su un eventuale smantellamento. E intanto il ministro Gilberto Pichetto Fratin chiarisce: «Confermo la cessazione della produzione come c’è già stato nel 2024. Lo smantellamento è un altro discorso».

Le parole pronunciate ieri a margine del Forum di Confcommercio a Roma non dissipano i dubbi, anzi. «Credo che dobbiamo tenere in stand-by le nostre centrali a carbone senza produzione, perché non c’è convenienza economica», ha aggiunto Pichetto, sottolineando come il quadro geopolitico incerto — tra la guerra in Ucraina, le tensioni in Medio Oriente e la fragilità delle pipeline energetiche — imponga prudenza. «Avere centrali pronte, sebbene ferme, rappresenta una valvola di riserva per il sistema energetico nazionale».

Parole che sembrano rinviare ancora una volta decisioni cruciali: come gestire l'eredità ambientale della centrale, come riqualificare l’area e, soprattutto, quale futuro industriale immaginare per un territorio che chiede sviluppo sostenibile dopo decenni di sacrifici.

Le preoccupazioni non mancano. Le organizzazioni sindacali, già in allarme per l’assenza di piani certi sulla ricollocazione occupazionale dei lavoratori, temono per il futuro indefinito della centrale.