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CIVITAVECCHIA – Studenti soddisfatti dall’esperienza in Polonia grazie al progetto Erasmus+ KA 210 “The future is your challenge”. Cinque ragazzi e ragazze delle classi seconde e terze del Liceo Classico, Artistico, delle Scienze Umane, Economico Sociale del Guglielmotti hanno passato una settimana presso la città di Siemianowice Slanskie tra attività didattiche e progettuali presso la scuola partner dell’Istituto accompagnati dalle professoresse Giuliana Ceccarelli e Stefania Bolzicco.
«È stata un’esperienza decisamente unica - ha raccontato Loredana Alexie - che consiglio a tutti gli studenti che ne hanno l’opportunità di farla. Mi sono divertita nelle attività e workshop e ho amato poter parlare in inglese con gli altri, ci sono state delle difficoltà certo ma nulla di insuperabile. La famiglia che mi ha ospitata è stata gentilissima e mi hanno portata in posti bellissimi, quando ci siamo salutati ci sono state anche lacrime. Rifarei volentieri questo genere di esperienza se ne avessi l’occasione. Siamo rimasti circa una settimana. Abbiamo fatto diversi workshop di cui uno a tema teatro; bisognava interpretare un’emozione davanti a tutti. Oppure un altro, sempre a tema teatro, dove ci hanno spiegato e mostrato l’attrezzatura che utilizzavano per gli spettacoli. O quello in cui abbiamo dovuto realizzare dei loghi per questa esperienza Erasmus. Il mio momento preferito è stato decisamente quando siamo andati all’accademia delle belle arti e ci hanno mostrato tutte le opere e com’era strutturata la scuola e ci hanno fatto creare delle formine-tavolette in microplastica da portare a casa come souvenir».
Per Gabriela Ursache si è trattato di un’esperienza «estremamente formativa. La mobilitazione in Polonia ci ha fatto conoscere una nuova cultura e nuove persone, sia dalla Polonia che dall’Ungheria, con abitudini e costumi diversi dai nostri; al pensiero di questo cambiamento ero abbastanza spaventata. Personalmente sono stata molto fortunata perché sono stata ospitata da una famiglia veramente accogliente e calorosa, per cui mi ritengo veramente fortunata e soddisfatta. Le attività organizzate dai ragazzi polacchi sono state pensate alla perfezione così come l’accoglienza nella scuola. Nonostante la stanchezza e la fatica, perché ogni giornata era molto impegnativa e una corsa contro il tempo, i posti visitati, i viaggi che sembravano non terminare mai, ogni piccolo particolare, rimarranno impressi nel mio cuore e nella mia memoria per sempre, e ora aspetto solo che arrivi ottobre per ospitare i polacchi nel nostro paese e vivere di nuovo quest’esperienza. Grazie a questo progetto sono riuscita a fare amicizia con persone della mia scuola e riprendere i rapporti con vecchi amici, quindi un grazie speciale va alle professoresse che hanno dato il massimo per realizzare tutto questo».
Flavio Pio Marcellini non ha dubbi: «La settimana che è passata dal primo piede messo sull’aereo con direzione Cracovia fino all’addio alla scuola di Katowice è stata indubbiamente una delle più belle e formative nel mio percorso di istruzione». «La settimana in Polonia è stata protagonista di uno scambio culturale che solo palati sopraffini possono cogliere fino in fondo arrivando a degustare le bellezze del paesaggio polacco mentre arrivavamo passando per la comune edilizia del posto fino alle sconfinate lande che ci hanno accompagnato nel nostro percorso, avventurandoci nella cultura polacca abbiamo subito colto l’andazzo delle cose senza troppi problemi: son diversi da noi e anche tanto. Tanto per iniziare i loro modi di fare son più chiusi rispetto ai nostri e questo è tratto comune di moltissime civiltà del nord, modo di fare radicato nella loro cultura ben diversa dalla nostra più aperta ed estroversa; curioso però capire il perché di questa chiusura apparente a primo impatto, non preoccupatevi però son persone squisite una volta fatta la loro conoscenza a fondo, per noi italiani lo shock riguardante la questione culinaria è stato immediato, molti si aspetteranno una cucina a base di piatti tipici ma che in realtà presenta molta apertura e innovazione con ricette e piatti del posto che possono riscaldare una fredda giornata e farle prendere una piega diversa con la semplice combinazione dei loro ingredienti. Descrivendo l’esperienza in generale possiamo dire di aver appreso molto ed esserne usciti con un esperienza che non si prova tutti i giorni che ci ha cambiato il modo di vedere una cultura estranea e diversa dalla nostra, tornando ogni giorno a casa stanchi per ciò che avevamo fatto durante la giornata con attività mai banali e sempre mirate e costruite alla perfezione verso l’obiettivo comune che era l’apprendimento le visite sono state curate nei minimi dettagli e le persone che sono state con noi sono sempre state pronte ad accoglierci e farci sentire come a casa in un posto dove come abbiamo prima essere estroversi ed accoglienti non è sempre da dare per scontato. Ci tenevo poi a ringraziare le professoresse che sono partite con noi e ci hanno accompagnato in questa fantastica esperienza formativa ringrazio anche Dorotha e tutti i nostri compagni in Polonia per averci reso questa esperienza fantastica ed indimenticabile».
Nicholas Pierfederici ha aggiunto: «L’esperienza dell’Erasmus + dal mio punto di vista è stata a dir poco eccezionale, non solo mi ha permesso di creare legami con i miei coetanei con cui ho viaggiato, ma anche con le persone che ci hanno ospitato ed è stato veramente interessante vedere il loro modo di vivere e la loro cultura uscendo dalla piccola realtà del mio paese. La prima grande differenza che ho trovato è stata nelle scuole, in quanto la scuola che ci ha ospitato era organizzata in maniera diversa e meglio equipaggiata di quelle italiane e le lezioni di grafica e teatro che abbiamo tenuto lunedì, giovedì e venerdì (che nel mio istituto non sono attualmente disponibili) mi hanno fatto approcciare in maniera efficiente a tali materie nonostante non ne abbia mai avuto esperienza. Un'altra esperienza formativa per la mia persona è stata la presentazione che ho tenuto il primo giorno per il progetto “Europe in love” dove non solo ho dovuto presentare una parte della mia città in inglese ma anche parlare ad un vasto pubblico, cosa per me nuova e perciò ha permesso un grande sblocco nella mia parlantina che prima non avevo. Al di fuori delle varie attività svolte a teatro, nelle gallerie d’arte, eccetera. Siamo stati liberi di esplorare, insieme ai nostri host e ai compagni ungheresi, la città di Katowice e il mondo dei giovani polacchi e, devo dire, per quanto siamo distanti in realtà il loro mondo è molto simile al nostro in linea di massima: i luoghi di ritrovo sono simili ai nostri, i social e il modo di vestirsi convergono ma hanno qualche usanza domestica e abitudini decisamente differenti. La città di Cracovia però mi ha veramente lasciato a bocca aperta soprattutto per il suo castello e per i suoi piccoli vicoli ricchi di negozi, la città a mio dire preservava molto uno stile rinascimentale. L’esperienza che mi ha lasciato però più un segno è stata la visita di Aushwitz-Birkenau, in quanto la visione dal vivo delle camere a gas, dei dormitori e dei luoghi dove sono avvenute esecuzioni di massa ha un effetto più devastante rispetto a vederle in foto, anche perché abbiamo avuto la possibilità di vedere certi aspetti personali dei prigionieri, soprattutto di coloro che non sono sopravvissuti, tra cui molti bambini. Il ricordo della visita di Auschwitz-Birkenau è stato una esperienza sia piacevole dal punto di vista culturale ma anche terrorizzante dal punto di vista psicologico e di considerando l’aria di disagio che mi ha permeato durante tutta la visita. In conclusione il mio viaggio in polonia è stato magnifico e per quanto possa spaventare l’idea di lasciare la propria famiglia per trovarsi in una casa sconosciuta posso assicurare che sarete trattati benissimo e l’esperienza che vi poterete dietro a casa è impagabile». Al viaggio ha partecipato anche la studentessa Viola Ariolli.
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