CIVITAVECCHIA – Nel 1971 nelle sale cinematografiche usciva il film di Giuliano Montaldo “Sacco e Vanzetti” con l’indimenticabile Gian Maria Volonté e l’altrettanto bravo Riccardo Cucciolla (che per il ruolo di Sacco vinse a Cannes il premio di miglior attore). Le musiche portavano la firma di Ennio Morricone. Con lui collaborò Joan Baez che dedicò ai due condannati la famosa canzone Here’s to You.

Dopo cinquant’anni, il film fece riscoprire agli italiani il dramma dei due anarchici Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, accusati di rapina a mano armata e di omicidio nel 1920, condannati a morte, e giustiziati il 23 agosto 1927 mediante la sedia elettrica. Il 23 agosto 1977 il governatore del Massachusetts li assolveva dai crimini imputati.

Quando fu emessa la condanna a morte, in Italia e in altri paesi europei si sollevarono aspre polemiche e proteste contro gli Stati Uniti. Erano gli anni in cui nel nostro paese si affermava il regime fascista ma anche Mussolini intervenne a favore dei due anarchici.

A Civitavecchia e a Tarquinia furono organizzati comizi di protesta a cui parteciparono i partiti e i movimenti di sinistra. L’8 gennaio 1922 (sul mio sesto volume della Storia di Civitavecchia indico erroneamente la data dell’11 gennaio), anniversario della morte di Pietro Gori, fu organizzato nella grande sala della Cooperativa dei lavoratori del porto un comizio a cui presero parte fra gli altri Augusto Milo e l’onorevole Giuseppe Mingrino, capo indiscusso degli Arditi del popolo.

In questa occasione Mingrino annunciò che in città il Battaglione degli arditi del popolo non si era sciolto come promesso al sottoprefetto nel settembre 1921 ma continuava a proteggere la “ribelle, irriducibile Civitavecchia” dagli attacchi dei fascisti “strumenti di reazione della borghesia moribonda”. Alla fine, l’assemblea approvò questo ordine del giorno:

“Il Proletariato di Civitavecchia, adunato in solenne comizio, nella sala dei Lavoratori del Porto, riafferma la propria solidarietà coi compagni Sacco e Vanzetti, mettendosi a disposizione del comitato nazionale per qualunque azione da svolgersi sino alla completa liberazione dei nostri due compagni”.

Purtroppo, tutto quello che fu organizzato a Civitavecchia, in Italia e in altri paesi compresi gli USA, non servì a salvare i due anarchici dalla condanna a morte. Anche George Bernard Shaw, Bertrand Russell ed Albert Einstein sostennero una campagna a favore di “Nick e Bart” per un nuovo processo.

Il 23 agosto 1927, alle ore 00.19 i due anarchici italiani venivano ingiustamente giustiziati.

(tratto dal mio volume Il fascio spezzato. Gli Arditi del Popolo nella “ribelle, irriducibile Civitavecchia”, 2016).