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Lunghe code, diverse ore prima dell'apertura ufficiale degli uffici per aggiudicarsi uno dei numeri distribuiti per poter accedere ai servizi. In tutto 40. Non uno in più, non uno in meno. Siamo all'anagrafe del comune di Ladispoli. Da anni ormai la situazione agli uffici, durante l'apertura al pubblico è al collasso. Troppi pochi dipendenti rispetto al numero di abitanti. Questo il motivo affisso già ai tempi dell'era Paliotta sui vetri degli sportelli dei dipendenti. Messaggio col quale l'amministrazione si scusava per il disagio. Di anni ne sono passati ora, ma il problema continua a persistere. Inizialmente i numeri, quelli per cui la gente si svegliava presto al mattino, prendendo anche un giorno di ferie, erano distribuiti in maniera limitata solo per i cambi di residenza. All'incirca quattro o cinque i fortunati che avrebbero potuto accedere all'ufficio per sbrigare la propria pratica. Ora invece la conta è per tutti. In totale sono 40 i “predestinati” che in un determinato giorno della settimana avranno la fortuna di rinnovare la propria carta d'identità, recarsi allo sportello residenza, o semplicemente richiedere uno Stato di famiglia. Ma “accalappiarsi” uno di quei 40 posti non è cosa semplice. Sebbene gli sportelli aprano al pubblico alle 9 la fila fuori da quella porta ancora chiusa inizia al mattino presto. Anche due ore prima. Il rischio dell'arrivare tardi, o addirittura negli orari indicati dal comune è quello di sentirsi dire “mi spiace abbiamo terminato i numeri, riprovi domani”. E anche così il caos è assicurato. Pur di evitare di essere scavalcati, proprio lì, in attesa di poter entrare e parlare con un dipendente comunale, c'è chi indossa i panni del volontario e inizia a distribuire dei “pre-numeri” agli utenti già in fila. Il tutto per evitare i “furbetti” dell'ultim'ora. Dei disagi ancora da superare è consapevole l'assessore competente, Francesca Lazzeri: «Gli uffici svolgono un grande lavoro che non finisce con la chiusura al pubblico, ma prosegue dietro le quinte». Anche l'assessore però non nega che ci sarebbe bisogno di più personale per risolvere definitivamente il problema. Soprattutto in un momento in cui il palazzetto comunale lentamente si sta svuotando di dipendenti. Da qui al 2020 andranno in pensione ben 30 persone. Dipendenti che dovranno essere rimpiazzati. E in tal senso «lavoreremo anche alla riorganizzazione del personale di tutto il palazzetto». Si punterà dunque a rinforzare gli uffici più “sofferenti” con dei “traslochi” tutti interni a palazzo Falcone. «Purtroppo il comune di Ladispoli – ha spiegato – visto il numero dei suoi abitanti dovrebbe avere oltre 200 dipendenti. Oggi invece ne contiamo solo 100». La conseguenza di ciò è la sofferenza di alcuni comparti, come quello dell'anagrafe, il biglietto da visita della città e soprattutto per chi ha deciso di trasferirsi proprio a Ladispoli.