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Il progetto delle piste ciclabili è uno dei più controversi messi a terra dall'amministrazione Frontini. Anche se in realtà le basi di racconto progettualità fondavano su un'idea della precedente consiliatura e, tornando indietro nel tempo pensando al bike sharing si risale addirittura all'esecutivo Marini.
Il tema delle ciclovie è stato interfacciato ieri durante i lavori della seduta consiliare dedicati alle interrogazioni.
A chiedere delucidazioni in merito Laura Allegrini, capogruppo di Fratelli d'Italia, con un'interrogazione rivolta all'assessore alla Qualità degli spazi urbani Emanuele Aronne.
Sottolineando che si tratta di 30 chilometri di pista ciclabile che si vanno a inserire nel piano urbano della mobilità sostenibile, la consigliera meloniana ritiene che debbano essere forniti maggiori dettagli in particolare «sulle tempistiche, sulle zone interessate e su quanti posti auto saranno eliminati per realizzarla ».
E per avere un chiarimento esaustivo, chiede che la questione venga affrontata nel prossimo consiglio o in una seduta ad hoc.
Proposta che l'assessore Aronne ha accolto di buon grado, replicando: «Siete stati voi con la precedente amministrazione a far partire questo meraviglioso progetto che proietta Viterbo finalmente nel futuro. Credo che i tempi siano maturi per una bella chiacchierata sul tema della mobilità sostenibile».
Consapevole del malcontento generato dal progetto, Aronne ha dichiarato di essere pronto a fornire tutti i chiarimenti del caso.
Sulla questione è intervenuta, successivamente con un post, anche la sindaca Chiara Frontini assente in aula perché impegnata nelle due assemblee su Talete.
«La mobilità ciclabile è il presente in Italia e in Europa. Anche su questo, Viterbo è stata a lungo fanalino di coda. Prima di iniziare i 30 km di ciclovie, avevamo 0 km di piste, e poi gridiamo allo scandalo se Legambiente ci fa notare che non siamo così sostenibili, o se - al contrario - facciamo il triste primato italiano di 77,6 auto ogni 100 abitante» rimarca.
«Viterbo non ha un piano del traffico, né un piano della mobilità sostenibile: fondamentali strumenti di programmazione che pianificano la mobilità per i prossimi 10 anni. Il nostro Piano urbano della mobilità sostenibile sta per essere messo a bando, finanziato col primo bilancio della nostra amministrazione perché è cruciale averne uno».
Non ci sta a sentirsi ripetere «che a Viterbo non si può perché ci sono le salite e le discese, non cerchiamo sempre un alibi all'innovazione: anche a Trento, oa Bolzano ci sono le salite e le discese eppure parliamo della terza e della quinta città italiane per utilizzo delle bici» e rammenta che «nel 2012, agli albori della mia presenza in amministrazione, organizzai la prima (e finora unica) settimana europea della mobilità sostenibile. Nel 2017, il Viterbo2020 in Tour estivo si svolse in bici elettrica, ci arrivai a San Martino, e fino a Roccalvecce».
«Ovunque - prosegue - si parla di mobilità come asset centrale della protezione dell'ambiente e dell'ecosistema, alias del futuro. Abbiamo appena iniziato, saranno 30 km totali, con ciclostazioni di bike sharing vicino alle sedi dell'università, le stazioni, le porte di ingresso a Viterbo». E con un «Benvenuto futuro, anche da noi», la sindaca Frontini chiude il suo intervento.