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TARQUINIA - Un tratto di via dell’ Orfanotrofio sarà intitolato al compianto vicesindaco Sergio Benedetti, nell’ambito dell’attività dell’amministrazione comunale che da anni porta avanti l’iniziativa di denominare vie, piazze, giardini e altri luoghi della città a personalità locali che, attraverso azioni ed iniziative nei vari campi, si sono distinte nella vita sociale, intellettuale e politica del paese. Tra queste personalità un posto di particolare rilievo lo riveste indubbiamente la figura di Sergio Benedetti, politico locale tra i più stimati e amministratore e protagonista della vita della città, scomparso a soli 59 anni. Ha ricoperto varie cariche pubbliche, da quella di consigliere a quella di assessore e vicesindaco; cariche che gli hanno permesso di mettere in risalto le sue qualità di amministratore onesto e competente, di uomo dotato di una forte spinta umanitaria, capace di ascoltare i problemi dei cittadini e di impegnarsi per risolverli, doti che negli anni hanno fatto accrescere la stima che gli altri, anche se avversari politici, nutrivano neisuoi confronti. La morte improvvisa di Sergio Benedetti, avvenuta il 6 gennaio del 2011, ha determinato grande commozione in città. In effetti,se si deve immaginare un punto di riferimento fermo e forte della città, il pensiero va sicuramente a Sergio Benedetti, protagonista delle vicende sociali, ecclesiali e politiche della città di Tarquinia per un trentennio, morto improvvisamente nel gennaio del 2011 a seguito di un malore fatale. Nato nel 1952 a Tarquinia da una conosciuta famiglia di agricoltori ed allevatori, in moltissimi, tarquiniesi e non, sono legati al ricordo di Sergio da un aneddoto, da esperienze condivise, dall’impegno di aver progettato qualche iniziativa comune. La sua vita ci insegna che una comunità deve investire sui giovani, credere nel loro futuro e costruirlo insieme. Senza retorica, Sergio Benedetti può essere definito come una delle ultime figure carismatiche della politica locale. Persona di grande equilibrio e guida sicura per quei giovani che si avvicinavano alla politica. Arguto ed appassionato, sempre gentile, disponibile ed apprezzato per gli ideali, il garbo, lo stile. Una persona perbene, un uomo di alto spessore umano e morale, nonché amministratore tanto attivo quanto scrupoloso che si è sempre speso per il proprio territorio. Già pochi mesi dopo la sua scomparsa, il comitato di Quartiere San Martino, con una nota del 6 novembre 2011, inviò una proposta all’amministrazione per dedicargli la piazza posta al termine della salita di via dell’Orfanatrofio, vicino alla casa in cui aveva vissuto sin da quanto era bambino e dove si trovaval’abitazione nella quale facevaritorno più volte al giorno, neimomenti di pausa dagliimpegni di lavoro e politici. Così come per l’onorevole Luigi Daga, anche per Sergio Benedetti il consiglio comunale, con deliberazione 64 del 30.12.2020, rese omaggio alla «figura del politico, alla sua quotidiana e disinteressata azione politica e amministrativa, rammentando la sua onestà, pacatezza e generosità con le quali affrontava anche gliavversari politici e ribadendo la volontà dell’amministrazione di denominargli uno spazio pubblico». Con la delibera di giunta n 56 del 7 aprile 2023 è stato formalizzato l’intento. Via dell’Orfanatrofio trae la sua denominazione dalla presenza, in tempi passati, di un Orfanotrofio, situato in un tratto finale della via, quando il tracciato si allarga e assume un percorso irregolare, caratterizzato da unaserie di rientranze. L’amministrazione comunale ha ritenuto pertanto opportuno mantenere la denominazione di “Orfanotrofio” al tratto finale dell’attuale via, che nella restante parte potrà invece assumere la denominazione“via Sergio Benedetti”.
Consigliere comunale dai primi anni ’80, ha rivestito per alcuni periodi anche la carica di assessore e nel periodo che va dal 2002 al 2007 quello di vicesindaco e come politico ha saputo e voluto essere, pur nel rispetto della sua militanza democristiana e della sua appartenenza a coalizioni di centro destra, un uomo della città a tutto tondo. Anche se sono passati oltre quindici anni dal suo ultimo impegno in giunta, nell’amministrazione comunale è ancora vivo il suo ricordo: sia per l’energia e la passione con cui si dedicava al suo incarico, sia per le tante iniziative avviate durante il mandato da assessore. Uomo del dialogo, con le parti sociali, le istituzioni ed i vari rappresentanti di categoria, aveva la capacità unica di intercettare le prospettive e sviluppare programmi. Una figura insostituibile, capace di mettere la sua esperienza e il suo intuito al servizio della collettività. Presente attivamente nel tessuto sociale, è stato componente del consiglio Direttivo dell’associazione “Fratelli del Cristo Risorto” ed ha svolto un ruolo di aggregazione e guida anche all’interno della banda cittadina “Giacomo Setaccioli”. Ha insegnato a tanti a conoscere e tramandare le tradizioni, le storie, la memoria che fondano l'identità di una comunità, che creano senso di appartenenza per suscitare quella solidarietà civica di cui si ha tanto bisogno.
Ha dedicato l’intera sua esistenza ai deboli, ai lavoratori, ai cittadini tutti, senza discriminazione di sorta, né di ceto, né di professione, né tantomeno di colore politico, dando anche, con sobrietà e dedizione, il suo contributo personale alle tante altre realtà ecclesiali del territorio.
Seminava il bene nel cuore delle persone. E per tutti, famigliari, amici e concittadini, è un motivo di orgoglio dover ricordare il suo sorriso, il suo impegno nel sociale, la sua capacità di spendersi per il prossimo attraverso i vari progetti politici ed associativi che ha portato avanti fino all’ultimo giorno. «L'intitolazione di una via vuole rappresentare un atto di riconoscenza a Sergio Benedetti per l’impegno civico e politico che ha contraddistinto la sua vita - si legge nel documento - La sua figura sarà per sempre un punto di riferimento e la sua eredità deve continuare ad ispirare le future generazioni».