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«Se non c’è un intervento della Regione rischiamo, anzi è quasi certo, che a gennaio o febbraio dovremo portare i libri di Talete in tribunale perché c’è una difficoltà finanziaria enorme».
In questa frase è sintetizzata tutta la preoccupazione espressa dal presidente della Provincia, e dell’Ato viterbese. Alessandro Romoli nel corso dell’ultimo consiglio provinciale.
Tanto che oggi, in qualità di presidente dell’ente di via Saffi, ha convocato una riunione del comitato di controllo analogo «per andare a verificare tutta una serie di questioni inerenti la gestione interna, ma non per chi la gestisce potrebbe essere chiunque, - ha tenuto a sottolineare - che desta delle preoccupazioni per le condizioni in cui versa oggi Talete. E credo veramente che, se non arriverà un intervento da parte della Regione Lazio, ci saranno problemi enormi da qui a qualche mese».
Questo il tema su cui verterà la riunione odierna della consulta, durante la quale inoltre Romoli ha già annunciato che intende chiedere la convocazione dell’assemblea di tutti i sindaci. Dichiarando che «qualora non fosse Talete a convocare i soci, in qualità di presidente dell’Egato penserò io a chiamare a raccolta tutti i Comuni per discutere di questo e per fare in modo che tutti e 60 abbiano contezza che anche chi non viene o chi pensa che le quote non le ha sottoscritte o pensa di stare in una repubblica sua, siamo tutti coinvolti in una procedura che è importante e impattante sotto il profilo economico».
Torna quindi a ricordare che «se la società fallisce ovviamente tutto quello che grava relativamente alla situazione finanziaria della spa ha dei risvolti sui bilanci dei Comuni e quindi anche su quello dell’amministrazione provinciale. E sicuramente lo ha pure come soci e come sindaci» ammonisce.
Un’allerta rischio che prende spunto dal comportamento di alcuni Comuni, stigmatizzato duramente dal presidente Romoli, che patrocinano iniziative dei comitati per l'acqua pubblica.
Il riferimento, anche se non esplicitato nel suo sfogo, è all’incontro previsto questo mese a Palazzo dei Priori.
«Ho appreso - attacca - che ancora si patrocinano come enti pubblici iniziative del comitato Non ce la beviamo. A questo punto lo ritengo lesivo della dignità delle istituzioni. Perché si è fatto un percorso congiunto e oggi siamo arrivati a un punto in cui tutti hanno preso atto, chi ha fatto ricorso e chi non l’ha fatto, che c’è un problema oggettivo e che non riguarda pubblico o privato che sia. Lo dico perché ha un risvolto politico».
E aggiunge: «Anche in questi giorni ho avuto modo di leggere sui giornali che c'è l’ennesima iniziativa patrocinata da enti pubblici, ritengo sia vergognoso. Stiamo facendo un lavoro enorme, è in gioco non soltanto il servizio idrico che afferisce sotto il profilo politico e con una pesante ricaduta soprattutto su tutti i cittadini ma afferisce anche sotto il profilo economico contabile sui bilanci dei Comuni e dell’amministrazione provinciale. Questo lo ricordo a tutti, soprattutto agli enti comunali che hanno una partecipazione molto elevata e che patrocinano iniziative».
Il richiamo a «una partecipazione molto elevata» è di facile interpretazione visto che il Comune di Viterbo detiene il maggior numero di quote della Spa idrica.
All’incontro “incriminato”, tra l'altro, parteciperà anche un professore dell’Università della Tuscia.
Partecipazione stigmatizzata dal presidente di Palazzo Gentili che in merito afferma: «Ritengo che questo sistema di disinformazione dei cittadini ormai è il momento, lo dico soprattutto come istituzione pubblica, che trovi una fine definitiva». Alessandro Romoli, tornando a focalizzare l’attenzione sulla difficile situazione in cui versa Talete, conclude esortando a «lasciar perdere adesso il giudizio di valore su acqua pubblica o privata, sulla distribuzione il servizio l'arsenico, cerchiamo di sterilizzarla sotto il profilo meramente economico finanziario perché il problema è drammatico».