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CIVITAVECCHIA – Ancora un intervento del Comitato Mappale 309, il quale rappresenta circa 1500 famiglie "le cui proprietà sono state inserite erroneamente tra quelle vincolate negli Usi Civici di Civitavecchia pur essendo beneficiari - ricordano - di una sentenza". Non è la prima volta infatti che inviano una Pec al Consiglio dell'Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, a quello provinciale, al Consiglio di Disciplina, al Dirigente ad interim dell’Area Usi Civici della Regione Lazio, alla Prefettura di Roma, al Commissariato per la liquidazione degli Usi Civici del Lazio, Umbria e Toscana e al sindaco Tedesco ricordando come, a Civitavecchia, esista da tempo un forte contenzioso, che coinvolge migliaia di cittadini, “causato da una serie di perizie redatte dal dottor Giuseppe Monaci e ampiamente smentite da evidenze documentali, da sentenze e da perizie di una molteplicità di altri professionisti incaricati dal giudice e dalle istituzioni competenti”. La questioni riguarda i terreni nella zona del “Parco Antonelli”; un’area di 20 ettari, densamente edificati sui quali risiedono 1500 famiglie, “ingiustamente sottoposti a vincoli demaniali”. Dopo aver ricostruito una cronistoria dell’intera vicenda, dimostrandone l’alloidialità. “Questo Comitato, a partire dallo scorso 27 febbraio ha inviato al Consiglio Nazionale e al Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Roma – ricordano - una serie di note con le quali si segnalavano le incongruenze sulle analisi peritali. Quindi, a partire dallo scorso 22 marzo, abbiamo investito della questione direttamente il Consiglio provinciale di Grosseto così come c’è stato suggerito dalla segreteria dell’ordine. In seguito, lo scorso 28 marzo, il Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Roma, ritenendo valido quanto segnalato, ci informava che non poteva procedere perché il “Dottore Agronomo Giuseppe Monaci non è un iscritto di codesto Ordine” territoriale. Così da quella data abbiamo provveduto ad inserire tra i soggetti in indirizzo anche il consiglio disciplinare dell’Ordine dei Dottori Forestali della provincia di Grosseto. Nonostante il tempo trascorso a tutt’oggi nessun riscontro ci è pervenuto né da parte del Collegio né da parte del Consiglio di disciplina provinciale di Grosseto. La cosa che aumenta la nostra amarezza in una vicenda così complessa – hanno aggiunto - è l’ennesimo silenzio e indifferenza davanti ad un esposto per il quale ci saremmo aspettati almeno una convocazione per rappresentare la nostra posizione. Si sta parlando di rispetto, da una parte della professionalità di iscritti all’ordine e dall’altra dei diritti di cittadini che loro malgrado, si sono trovati esposti a disagi importanti anche patrimoniali. Poiché la presenza del dottor Monaci quale membro del Consiglio di disciplina potrebbe costituire un impedimento, chiediamo che venga investito della questione, come consuetudine vuole in questi casi, un collegio di disciplina di una diversa provincia in modo che venga garantita l’imparzialità di giudizio”. L’auspicio del comitato è che l’Ordine si muova in questo senso, rimanendo a disposizione per qualsiasi chiarimento o integrazione di documentazioni necessaria. “In assenza di riscontro entro 30 giorni – hanno concluso - provvederemo a rivolgerci ai superiori organi di controllo”.