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TOLFA - "È auspicabile che la preziosa testimonianza dei templari nel territorio tolfetano non vada perduta, ma valorizzata, affinché resti nel futuro a impreziosire il nostro territorio". Ad esprimersi così molti tolfetani che chiedono che il sito venga preservato. Già nel 2022 l'esperto storico Carlo Felici aveva evidenziato che a Tolfa c'erano i Templari: "Monaci che, in Europa, erano disarmati, perché potevano combattere solo in terre in cui la fede cristiana era minacciata. Non parteciparono infatti né alla crociata contro gli Albigesi, né al sacco di Costantinopoli. In genere raccoglievano denaro e derrate alimentari che producevano da inviare in Terrasanta ai loro confratelli combattenti che restarono in Terra Santa fino alla caduta di Acri nel 1291
Furono soppressi da Clemente V perché il re di Francia Filippo il Bello era avido dei loro beni, erano presenti in tutta Europa ma furono destinati, con false accuse, al rogo e alle torture solo in Francia, in Italia la repressione fu dura ma non abbiamo notizie di torture e nemmeno in altre parti d'Europa dove semplicemente si trasferirono in altri Ordini". Nel suo libro "I Templari a Civitavecchia e nel territorio tra Tarquinia e Cerveteri" Enzo Valentini dice, a proposito dell'Abbazia di Piantangeli o del monte Cocozzone che circa "nel 1290 passò sotto il controllo del castellano templare". Si presuppone che la governò fino al 1312, anno dello scioglimento dell'Ordine. Sempre Carlo Felici poi spiegò: "probabilmente da allora fu abbandonata se non addirittura incendiata. Attualmente "sono ancora visibili le mura di cinta del castello, forse precedute dal fossato; è visibile la porta situata a sud del castello ai lati della quale sono evidenti strutture murarie, forse poste a controllo della medesima; strutture abitative sono riconoscibili su tutta la superficie, delimitata dalle mura, suddivisa in tra sbalzi e che dolcemente digrada verso il Mignone; molto interessanti sono i ruderi della "Rocca" o della "Torre" che, seppure sparsi, danno l'idea della posizione centrale". I ruderi sono su una altura che sovrasta il fontanile di Baldone, che veniva raggiunto periodicamente dai frati per approvvigionarsi di acqua. Una vecchia leggenda narra che quest'acqua abbia proprietà miracolose per le donne che vogliono rimanere incinta. E' comunque auspicabile che questa preziosa testimonianza del territorio tolfetano, spesso raggiunta da esperti escursionisti, non vada perduta, ma anzi valorizzata, affinché resti nel futuro a impreziosire il nostro territorio".
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