CIVITAVECCHIA – Il futuro della centrale a carbone di Torre Valdaliga Nord torna improvvisamente in discussione, e con esso il percorso di transizione energetica che Civitavecchia attende da anni. Le dichiarazioni del ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che in una nota ufficiale ha ipotizzato uno slittamento della chiusura di almeno quattro anni, rimescolano profondamente le carte in tavola, alimentando timori, polemiche e forti prese di posizione. Soprattutto se messe in rapporto all’intervento dell’ad di Enel Flavio Cattaneo proprio sul futuro delle centrali a carbone. A criticare duramente l’ipotesi è stato innanzitutto il M5S, che ha espresso "profonda contrarietà" rispetto alle parole del ministro. "Uno scenario che ci preoccupa molto – spiegano i pentastellati – e che crea incertezza tra gli imprenditori interessati alla manifestazione di interesse per il futuro del sito". Secondo il M5S, la decisione di chiudere la centrale era già stata presa dal governo Conte, con scadenza fissata al 31 dicembre 2025, e confermata anche giovedì da Enel, che ha illustrato il piano di decommissioning per Tvn con tempi stimati tra i 24 e i 30 mesi. "È fondamentale – ribadiscono – portare avanti senza ripensamenti il percorso di dismissione, senza lasciare spazio a nuovi impianti a fonti fossili o, peggio, nucleari. Civitavecchia non può essere condannata alla monocultura energetica". Sulla stessa lunghezza d'onda anche Alleanza Verdi Sinistra-Demos, che vede nelle parole di Pichetto Fratin il rischio concreto di un pesante passo indietro. "Il Ministro, di fatto, conferma la linea già auspicata dal vicepremier Salvini e dai vertici di Enel - ricordano dal partito - è allarmante che si scelga di mantenere operative centrali a carbone proprio mentre l’Europa e la comunità scientifica spingono per un'accelerazione decisa verso le rinnovabili. Il carbone è il simbolo di un’epoca che dobbiamo lasciarci alle spalle. Continuare a investire su una fonte così inquinante significa sabotare la transizione ecologica e ipotecare il futuro del Paese". Per Avs-Demos la parola d’ordine resta una sola: rispetto dei tempi del phase-out e investimenti su innovazione e green economy. Più istituzionale l’intervento del presidente della Commissione Attività Produttive del Comune, Augusto Delle Monache, che pur senza entrare direttamente nella polemica politica, ha ribadito l'importanza di non perdere di vista l'obiettivo finale. "Una transizione complessa come quella che stiamo affrontando richiede serietà, visione e senso di responsabilità", ha detto. "Dobbiamo garantire un costante equilibrio tra sviluppo e tutela dei posti di lavoro, valorizzando la sinergia tra le istituzioni, anche oltre le appartenenze politiche". Delle Monache ha sottolineato il lavoro svolto dalla Commissione per accompagnare il percorso di dismissione e ha assicurato che l’Amministrazione continuerà a monitorare attentamente ogni fase del piano. "La dismissione non deve essere vista come una perdita – ha concluso – ma come un'opportunità per costruire nuove occasioni di crescita e innovazione per il nostro territorio".