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«Acconto Imu seconda casa, a Viterbo si spende meno della media nazionale. 463 euro per l’acconto di giugno e 927 euro come costo totale annuo».
A dirlo è il segretario generale della Uil di Viterbo, Giancarlo Turchetti, sulla base del rapporto realizzato dall’Unione italiana del lavoro, servizio lavoro, coesione e territorio.
«La città di Viterbo – prosegue Turchetti – risulta anche tra le città meno care per quanto riguarda i costi Imu delle seconde pertinenze abitazione principale». A livello nazionale sono stati versati 11 miliardi di euro per l’acconto Imu, il cui gettito complessivo annuo sarà di 22,1 miliardi di euro di cui 18,1 miliardi di euro vanno ai Comuni e 4 miliardi allo Stato. «Saranno chiamati ai versamenti – spiega Turchetti – oltre 25,3 milioni di proprietari. Il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati, di immobili diversi dall’abitazione principale (seconde case, seconde pertinenze, negozi, capannoni, alberghi ecc.)».
«Il costo medio complessivo dell’Imu calcolato su una ‘seconda casa’, ubicata in un capoluogo di provincia – spiega Ivana Veronese, segretaria confederale Uil – sarà di 1.074 euro medi, 537 euro per l’acconto di giugno, con punte di oltre 2 mila euro nelle grandi città». «Il tema della tassazione degli immobili è tornato prepotentemente al centro del dibattito politico con le raccomandazioni della Commissione europea del maggio scorso che indicano in maniera netta come non sia più rinviabile la riforma dei valori catastali. Per noi la riforma del catasto – chiarisce Ivana Veronese – si rende necessaria per riportare equità nella tassazione sul mattone, annunciata più volte nel corso degli ultimi anni e mai attuata. Riforma che deve prendere vita prestando, però, molta attenzione: questo cambiamento non dovrà significare maggiori prelievi, ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo fiscale sugli immobili».
«Mentre le modifiche dell’Imu – conclude Ivana Veronese – dovrebbero essere riviste organicamente riaprendo il “cantiere” del federalismo fiscale, riforma prevista, tra l’altro, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza per riportare maggiore equità dei tributi locali».