Focus sull’agricoltura sociale, in particolare sulla proposta di legge regionale dedicata che vede come primo firmatario Daniele Sabatini, capogruppo Fratelli d’Italia in consiglio regionale.

Sulla proposta si è incentrato il convegno “Dall’agricoltura sociale i buoni frutti della buona terra”', svoltosi sabato scorso a Palazzo dei Priori nell’ambito dell’edizione speciale dello Slow Food Village.

Il consigliere Sabatini ha spiegato a La Provincia il perché sia importante la proposta di legge sull’agricoltura sociale.

«Non solo perché il territorio la attendeva da tanti anni - sottolinea - ma anche perché, forse adesso come mai prima, ci sono le condizioni per mettere insieme quello che è agricoltura e quello che è sociale come ricorda anche il titolo di un progetto, presentato durante questo incontro, che si chiama “Innesta”: unire due mondi che, a volte si sono posti anche in maniera conflittuale, in un unico strumento a favore del territorio e a favore delle persone con fragilità e con disagi relativi a disabilità o a dipendenze e presentare, anche al di fuori del nostro territorio, quella che è una cartina tornasole, un biglietto da visita di una provincia a forte vocazione agricola ma che ha anche esperienze e competenze importanti in ambito sociale».

Un combinato disposto che per il capogruppo dei meloniani alla Pisana poggia anche su un’altra proposta di legge, da lui presentata, relativa al turismo equestre e all’ippoterapia. A cui, prossimamente, se ne aggiungerà un’altra. Anche quest’ultima, come quella sul turismo equestre, è un’idea che Sabatini aveva presentato e caldeggiato all’epoca della sua prima legislatura da consigliere regionale - d’opposizione - circa sette anni fa.

«Credo che questo combinato disposto sia proprio il punto di forza ed è anche per questo che abbiamo presentato più proposte di legge, snelle e di facile attuazione ma comunque aventi argomenti simili e attigui, quindi complementari».

Spiega quindi la materia della nuova proposta di legge.

«La capacità di attrarre turismo grazie anche all’agricoltura sociale, grazie alla multifunzionalità e multi imprenditorialità in agricoltura è un elemento essenziale che però si deve tradurre anche con una proposta di legge, che non è stata ancora presentata perché è in fase di studio, ma che per noi è essenziale. E quando dico per noi mi riferisco all’intera giunta Rocca e alla maggioranza di questa 12esima legislatura. Si tratta di una proposta di modifica della legge regionale 38 del ’99, che è la legge sul governo del territorio e che va a indicare quelle che sono le misure e gli strumenti di natura urbanistica applicati all'agricoltura. Alle aziende, che si stanno trasformando anche grazie al supporto delle nuove generazioni e della digitalizzazione, che si stanno allargando, che stanno attraendo turisti, che non si occupano solo di produrre ciò che è l’eccellenza dei nostri territori ma si preoccupano anche di far vivere delle esperienze ai turisti italiani e stranieri che vengono sui nostri territori, impedire per questioni urbanistiche di poter fruire di spazi utili è qualche cosa di indecoroso, che violenta il territorio stesso.

Noi dovremmo invece essere in grado di riuscire a trasformare, per esempio, alcune rimesse agricole in luoghi dove si possano gustare e degustare quei prodotti. Alcuni maestri, soprattutto in economia, sostengono che un prodotto dell’enogastronomia gustato e degustato sul territorio acquisisce un sapore diverso rispetto allo stesso prodotto gustato o degustato altrove. Non si saprà mai se è realmente così, però quell'esperienza vissuta in quel momento diventa essa stessa ambasciatrice, non solo di quel prodotto, ma anche di quel territorio e credo che noi abbiamo bisogno proprio di questo».

Il convegno ha visto la partecipazione tra gli altri dei presidenti di Slow Food Lazio e di Slow Food Viterbo e Tuscia, rispettivamente Luigi Pagliaro e Marco Tortolini, e della direttrice facente funzioni di Arsial Dina Maini.

Organizzato da Slow Food Lazio e Slow Food Viterbo e Tuscia, grazie al contributo della Regione Lazio e dell’Arsial e il patrocinio del comune di Viterbo e Slow Food Italia, l’evento è stato un inno al 'cibo buono, sano e giusto' declinato con incontri, laboratori del gusto, show cooking, attività per bambini e un workshop.