PHOTO
TARQUINIA - Seconda giornata del Fai d’autunno. Anche oggi apertura straordinaria della Tomba degli Scudi di Tarquinia. Le Giornate del Fondo ambiente italiano rappresentano uno dei più importanti eventi di piazza dedicati al patrimonio culturale e paesaggistico del Paese, organizzato dal Fai. Da nord a sud della penisola 700 luoghi, poco conosciuti e solitamente inaccessibili, aprono al pubblico in 360 città, e ad ogni visita si potrà sostenere la missione del Fai con una donazione.
La Tomba degli Scudi di Tarquinia si trova nella Necropoli etrusca di Monterozzi, inserita nel 2004 nel Patrimonio Unesco. La posizione precisa è nella porzione di necropoli chiamata “Primi Archi”, fuori dal recinto della Necropoli a cui si accede con biglietto. Si trova nelle vicinanze della città che vanta un bellissimo borgo medievale, importanti chiese romaniche e il palazzo Vitelleschi, sede di uno dei più importanti musei nazionali archeologici che raccoglie i reperti provenienti dalla città e dalla necropoli etrusca.
Scoperta nel 1870, la Tomba degli Scudi è una delle più grandi tombe etrusche di Tarquinia, definite il primo capitolo della pittura italiana e che rappresentano un documento eccezionale per la pittura e la cultura del mondo etrusco, in grado di fornire informazioni sulla vita quotidiana e sul rapporto di questa civiltà con la sfera della morte e dell’ultraterreno. Grande opportunità oggi di visitare questo gioiello del IV secolo a.C., normalmente non aperto al pubblico. Da 2016 al 2018 un complesso restauro ha interessato la camera centrale della Tomba degli Scudi, gioiello artistico del IV secolo a. C. e ha consentito di renderla fruibile dopo decenni di chiusura a causa del suo precario stato di conservazione.
L’intervento di restauro (realizzato grazie ad un contributo assegnato a seguito della settima edizione dei Luoghi del Cuore, il censimento dei luoghi italiani promosso dal Fai in collaborazione con Intesa Sanpaolo, e al cofinanziamento della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, a cui si sono aggiunti altri piccoli contributi ricevuti da partner locali), ha permesso ai dipinti murali e alle rare epigrafi in lingua etrusca, che decorano questo importante sepolcro gentilizio di età ellenistica, di tornare a splendere.
©riproduzione riservata