Il blitz nel mattatoio, la liberazione degli agnelli, lo sgombero e le denunce. È accaduto tutto in meno di 24 ore. Gli attivisti del collettivo “269 Libération animale” sono entrati in azione la notte scorsa quando hanno occupato l’azienda Ilco di Acquapendente con l’obiettivo di liberare gli agnelli. Incappucciati e vestiti di nero, dopo aver forzato la recinzione della struttura ed essere entrati, si sono incatenati ai macchinari di quello che hanno definito il “corridoio della morte”, l’area dove gli animali vengono condotti prima della macellazione e hanno documentato l’azione sui social.

“Questa notte, i membri del collettivo 269LA - ha spiegato una nota degli animalisti - hanno condotto due azioni dirette simultanee. Un primo gruppo è intervenuto per liberare 21 agnelli dal macello Ilco, a Acquapendente. Allo stesso tempo, un altro gruppo di attivisti ha occupato il “corridoio della morte”, impedendo così il funzionamento della linea di abbattimento”. Gli attivisti ricordano che “ogni anno, solo in Italia, vengono uccisi oltre due milioni di agnelli per il consumo di carne, la maggior parte dei quali durante il periodo natalizio e pasquale. Gli animali, di solito, hanno meno di 4 mesi quando vengono importati dai paesi dell’Est Europa – principalmente Romania e Polonia – per poi arrivare qui, nel Lazio”.

Il collettivo, che ha rivendicato il blitz, nella nota spiega che “l’azione diretta aveva diversi obiettivi: salvare animali dominati, restituendo significato all’espressione ‘liberazione animale’, colpire il macello infliggendo una perdita economica significativa tramite il blocco delle attività, comunicare l’urgenza di portare la lotta antispecista nei luoghi strategici dello sfruttamento animale e al fianco degli animali stessi”.

Sul posto sin dalle prime ore di questa mattina sono intervenute le forze dell’ordine: un grande dispiegamento di carabinieri, polizia e vigili del fuoco. Presente anche il reparto mobile di Firenze. Intorno alle 11,30 hanno fatto irruzione nella struttura e hanno proceduto allo sgombero che comunque è avvenuto in maniera pacifica.

Trentasei attivisti, italiani, francesi e tedeschi, sono stati caricati su un pullman per essere accompagnati nella caserma di Tuscania e in questura a Viterbo, dove sono stati identificati. Gli animalisti, che sono assistiti dall’avvocato Gianluca Vitale, sono stati denunciati. Tra le accuse quella di sabotaggio, arbitraria invasione e occupazione di aziende agricole o industria, ma potrebbero configurarsi anche altre ipotesi di reato. L’azienda avrebbe subito diversi danni. Sarebbero stati rotti i componenti di alcune attrezzature