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S. MARINELLA - E’ stata presentata dall’onorevole Pierantonio Zanettin di Forza Italia una interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia, in cui si evidenzia che «Premesso che le cronache più recenti hanno messo in luce la sconcertante vicenda che ha interessato il sindaco di Santa Marinella Pietro Tidei – si legge nell’interrogazione - nel corso di una indagine per corruzione, attivata con denuncia dallo stesso Tidei, sono state eseguite delle intercettazioni ambientali nei locali del Comune, nel fascicolo processuale, sono quindi confluite delle intercettazioni, (del tutto irrilevanti ai fini dell’inchiesta), dalle quali sono emersi degli incontri privati del sindaco con alcune signore, i video sono divenuti, di conseguenza, di pubblico dominio e divulgati a terzi estranei, con gravissimo danno di immagine per il sindaco, la sconcertante vicenda dimostra vieppiù la inadeguatezza della vigente disciplina in tema di intercettazioni, che non appare in grado di tutelare a sufficienza la privacy di terzi soggetti, coinvolti loro malgrado nelle inchieste, per sapere quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere il ministro interrogato, affinché sia fatta piena luce sulla inquietante vicenda anche eventualmente valutando la sussistenza dei presupposti per l’attivazione dei propri poteri ispettivi e disciplinari”. A difesa del sindaco, si schiera anche un noto quotidiano nazionale, Il Giornale, che, nonostante sia politicamente all’opposto del sindaco Tidei, esprime la sua opinione. «Il sistema giudiziario italiano – si legge nel quotidiano diretto da Alessandro Sallusti - è orripilante. Pietro Tidei, 77 anni, sindaco di Santa Marinella, sporge denuncia per un tentativo di corruzione. I magistrati piazzano le microspie in Municipio, lui non lo sa, e le telecamere riprendono il sindaco mentre consuma rapporti sessuali in ufficio. Tempo qualche mese e la storia arriva sui giornali, La Verità, visto che alcuni video degli atti sporcaccioni sarebbero pure circolati via chat. Ora, direte, come è possibile che da una indagine per corruzione si sia arrivati a far circolare video hard del sindaco? Facile, l’indagato ha chiesto gli atti depositati per impostare la difesa, li ha ricevuti, e dentro ci hanno infilato pure quelli zozzoni. Cosa c’entrano con l’indagine? Nulla. Dovevano diventare di dominio pubblico? No. Eppure è successo, anche se ora, a scoppio ritardato, la Procura ha sequestrato i video perché “irrilevanti”. Domanda, non potevano pensarci prima di infilarli nel fascicolo da dare alla difesa? Chi ridarà al sindaco la tranquillità perduta?»
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