FIUMICINO – Un evento di grande interesse, quello in programma il 17 aprile alle ore 17:30 nell’Aula consiliare del Comune di Fiumicino.

Si tratta della presentazione ufficiale della proposta di legge regionale n.167 del 17 luglio 2024, intitolata "Recupero mediante cambio d’uso di unità immobiliari in aree rurali". Una misura che punta a riqualificare immobili agricoli dismessi, restituendoli alla collettività attraverso nuove destinazioni d’uso: residenziale, turistico-ricettivo, sportivo, sociale o per l’infanzia.

La promotrice è la consigliera regionale Micol Grasselli, affiancata dal co-firmatario Orlando Tripodi. Al convegno interverranno, tra gli altri, la senatrice Ester Mieli, l’assessore regionale al Bilancio Giancarlo Righini, e la presidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio Simonetta Ceraudo. Saranno presenti anche le istituzioni locali, con il sindaco Mario Baccini, il presidente del Consiglio comunale Roberto Severini e l’assessore Stefano Costa. I lavori saranno moderati dalla consigliera comunale Federica Cerulli.

L’obiettivo della proposta è dare nuova vita a costruzioni agricole legittimamente realizzate, ma oggi inutilizzate e scollegate da attività agricole attive, come magazzini, depositi o capannoni. La legge mira a superare i limiti della vigente normativa regionale, che riconosce valore solo ai manufatti connessi a un’azienda agricola.

Il testo sarà oggetto di discussione in quattro Commissioni del Consiglio regionale (X, IV, I, VIII) e potrebbe rappresentare una svolta nel modo di pensare la rigenerazione urbana e il recupero edilizio nelle aree rurali.

Non solo per rispondere all’esigenza abitativa, ma anche per rivitalizzare le campagne, sostenere l’economia edilizia e frenare l’abbandono delle periferie.

La proposta si articola in dieci articoli, che stabiliscono i criteri tecnici e urbanistici, le esclusioni e gli obblighi per chi intende aderire. Tra i punti chiave, il mantenimento delle volumetrie esistenti, salvo un incremento massimo del 20% su fondo proprio, e l’obbligo di non mutare la destinazione d’uso per dieci anni.

Sarà possibile recuperare immobili tra 45 e 300 metri quadri, a patto che rispettino determinati requisiti igienico-sanitari e strutturali. Le altezze minime richieste andranno da 2,70 a 3,00 metri, a seconda dell’uso finale.

Il testo specifica inoltre che gli immobili dovranno essere dotati di almeno 3 kW di produzione da fonti rinnovabili e adeguarsi agli standard della legge regionale sulla bioedilizia. Si tratta, dunque, di un intervento non solo edilizio ma anche ambientale, pensato per conciliare sostenibilità e sviluppo.

Grande attenzione sarà posta anche al monitoraggio degli effetti della legge, con l’obbligo per i Comuni di trasmettere alla Regione, ogni anno entro il 31 gennaio, i dati sugli immobili recuperati, le destinazioni assegnate e le volumetrie interessate.

Tali cubature saranno poi defalcate dal potenziale edificatorio dei piani urbanistici, a garanzia del principio del non consumo di suolo.

La partecipazione attesa al convegno sarà ampia: operatori del settore, tecnici, cittadini e amministratori locali sono chiamati a confrontarsi su una legge che potrebbe diventare un modello per tutta Italia, in una fase in cui le risorse pubbliche sono scarse e ogni metro cubo recuperato rappresenta un’opportunità.