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ROMA - Festività natalizie con l’incubo di ritrovarsi a gennaio senza più il lavoro o con "stipendi da fame". E’ la situazione in cui si trovano i circa 170 operatori che da 12 anni trasportano bambini disabili per conto dell’Asl Roma 2. Le incertezze sono arrivate dopo che la loro azienda, la Meditral, ha perso la gara d’appalto, vinta invece dall’Anafi grazie a un’offerta molto più bassa, intorno ai 400mila euro rispetto ai 560mila della Meditral. Il risultato, per i lavoratori, è che al momento non sanno quello che li aspetta, e a fine mese potrebbero scattare per loro 70 giorni di mobilità. Dalla nuova azienda infatti non è arrivato alcun impegno scritto ma solo la promessa di voler riassorbire tutti gli operatori. A quali condizioni, però?
“Quello che sappiamo è che al costo con cui l’Anafi ha vinto la gara d’appalto noi lavoratori saremo pagati 7 euro l’ora invece degli attuali 12 euro – spiega all'Adnkronos Barbara Gamberini – Secondo noi c’è qualcosa che non va in un appalto aggiudicato così al ribasso. E poi l’Asl non ha tenuto minimamente conto degli utenti disabili e delle loro famiglie: anche loro sono preoccupati e indignati e in tantissimi stanno inviando lettere chiedendo di non stravolgere il servizio di trasporto”. Il risultato della gara d’appalto fatta dall’Asl Roma 2 ha messo in allarme tutti i circa 400 operatori che ogni giorno per conto delle Asl trasportano sui pulmini 1.500 ragazzi e ragazze disabili. Perché per i lavoratori, pagati sulla base delle ore settimanali lavorate, può significare stipendi più bassi. Giuliana Mercuri ha 54 anni ed è una delle lavoratrici con più anzianità; insieme con suo marito si prende cura delle persone con disabilità, prendendole e riportandole a casa dopo le cure che quotidianamente devono affrontare. “Io guadagno 456 euro al mese e mio marito, che fa l’autista per i nostri pulmini, ne prende 700. In due non arriviamo a 1.200 euro. Ma se dovrò continuare a lavorare per 200 euro rinuncerò, così non si vive”.
Un Natale amaro, dunque, per i lavoratori di Meditral. “Soprattutto perché non ci danno alcuna sicurezza – spiega Mercuri – Il nostro principale non ci dice niente, sappiamo solo che a gennaio dovrebbero arrivare le lettere di mobilità e poi si vedrà”. I lavoratori loro chiedono di essere ‘riassorbiti’ alle stesse condizioni contrattuali. Intanto, si cerca di aprire un tavolo tecnico con la ditta vincitrice dell’appalto. “Siamo preoccupati perché non abbiamo alcuna garanzia sugli stipendi – interviene Alessandro Martinelli - Quel che è certo, è che nel mio caso io andrei a guadagnare circa 700 euro rispetto ai mille attuali".
"Stiamo aspettando una risposta per l’apertura di un tavolo con Anafi. Sospettiamo però che non ci sia la volontà di arrivarci in tempo. L’azienda preferisce probabilmente far scattare la mobilità dal 31 dicembre. Il sospetto, fondato, è che stiano mettendo mano ai contratti e in questo caso – conclude Martinelli – tutti gli operatori delle Asl dovrebbero iniziare a preoccuparsi perché gare d’appalto e contratti al ribasso significano stipendi più bassi per i lavoratori”. (Adnkronos)