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«Si tratta di un ordigno della seconda guerra mondiale tra i più grandi mai rinvenuti sul territorio nazionale». Il capitano Luigi Prencipe, caposquadra degli artificieri dell’Esercito, prima del disinnesco ha spiegato che l’ordigno «è attivo, presenta tre consegni di attivazione, di cui due mantengono le caratteristiche originarie mentre il terzo è consumato dagli agenti atmosferici e dal tempo. Il terzo consegno di attivazione rende l’operazione più complessa e di conseguenza l’indice di pericolosità è elevato».
Alla bomba è stato dato il nome di “Lady Rose”, in onore di Santa Rosa. «Abbiamo dato questo nome alla bomba – ha detto ancora Prencipe – in omaggio alla santa patrona di Viterbo. È la seconda blockbuster bomb che viene ritrovata nella città dei papi. Se fossero esplosa sicuramente Viterbo avrebbe avuto un volto decisamente diverso. Sono bombe pensate per distruggere e annientare. E se nella città dei papi questi non è successo, forse è anche merito di Santa Rosa».