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Foto e video pedopornografici usati come merce di scambio attraverso un sistema di messaggistica criptato. Emergono altri dettagli della maxi operazione contro la pedopornografia condotta dalla polizia postale che ha portato venerdì all’arresto di 34 persone in tutt’Italia compresa la Tuscia.
L’indagine è stata coordinata dalla Procura di Catania e condotta dagli investigatori del Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Catania - con la collaborazione del Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (Cncpo).
Gli inquirenti hanno monitorato 25 diversi canali di conversazione, cui si poteva accedere solo dopo aver dimostrato di possedere altro materiale pedopornografico.
Due degli arrestati, oltre a divulgare foto e video illegali avrebbero anche autoprodotto il materiale da usare come “merce di scambio”, abusando di bambini che frequentavano la loro abitazione. I piccoli erano ritratti mentre compiono atti sessuali con adulti ma anche con animali.
L’indagine è partita un anno fa dal fermo, avvenuto a Catania di due persone trovate in possesso di una grande quantità di materiale pedopornografico. Nel blitz di venerdì la polizia ha effettuato 115 perquisizioni in 56 città italiane tra cui Viterbo arrestando in flagranza 36 persone trovate in possesso di un notevole quantitativo di materiale pedopornografico.
Il materiale rinvenuto e sequestrato è al vaglio dei magistrati inquirenti e della polizia postale per ulteriori approfondimenti investigativi e per giungere all’identificazione delle piccole vittime.