Dal sacro al profano. Due facce della stessa medaglia, quella della festa di Santa Rosa. Il 3 settembre, con il Trasporto della Macchina, è il giorno della fede, della devozione e della spiritualità, ieri invece spazio all’aspetto più laico con la tradizionale fiera. Un’allegra invasione di centinaia di bancarelle che, offrendo una varietà eterogenea di merci - dal cibo all’abbigliamento, ai prodotti per la casa - colorano le vie del centro.

Un appuntamento che richiama sempre molte persone che si aggirano pigramente tra i banchi guardando, chiacchierando e facendo acquisti. E la fiera è spesso anche occasione per incontrare casualmente amici e parenti che non si vedevano da tempo e che per questa giornata tornano a farsi un giro in centro. Oltre ai soliti convenevoli - «Da quanto tempo, come stai? Che fai?» - non mancano i commenti sulla nuova Macchina all’indomani del debutto di Dies Natalis. «Meravigliosa», «Bellissima però mi sa che è più pesante dell'altra», «Hai visto come ondeggiava la punta» e così via, infarciti anche dalle “disavventure”.

Dai fischi a San Sisto alla sindaca alle grondaie sfiorate dal Campanile che cammina, all'intonaco caduto da un balcone sul Corso che ha fatto allungare la sosta della Macchina in piazza del Comune, al facchino, forse una guida, scivolato durante il Trasporto mentre Dies Natalis affrontava di corsa la salita per arrivare al santuario di Santa Rosa.

E mentre si orecchia tutto ciò, in una mega cacofonia di voci, di dialetti e di lingue, molte persone girano con in mano le rose di stoffa acquistate al monastero. E’ infatti tradizione, il 4 settembre, la visita al santuario - anche se parzialmente interdetto per il crollo di parte di un affresco -,l’acquisto delle rose benedette e, naturalmente, le foto a Dies Natalis ferma sul sagrato della chiesa.

In mezzo alla folla che ha invaso il centro per la fiera, i viterbesi si riconoscono non solo per le rose di stoffa in mano ma anche perché portano con sé anche un ombrello. La giornata è stata bella e ha favorito l’afflusso di persone, aumentato notevolmente nel pomeriggio ma è accaduto spesso che il giorno della fiera piovesse. Quasi un’altra tradizione che i viterbesi conoscono bene. E quindi nonostante il caldo e il sole, anche se un po’ velato, passeggiano tra i banchi attrezzati per la bisogna. In una mano l'ombrello, chiuso, nell'altra le rose. E’ il 4 settembre bellezza, è la festa di Santa Rosa.