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L’annuncio arriva durante la presentazione dei modelli 3D componibili “Volo d’Angeli” realizzati dai detenuti della casa circondariale di Viterbo nell’ambito del progetto “Incastri per ricostruire”: «Il Santo Padre, in visita privata, riceverà i Facchini l’11 gennaio al Palazzo Apostolico». E’ il vescovo di Viterbo Orazio Francesco Piazza ad annunciarlo, alla presenza del presidente del Sodalizio dei Facchini Massimo Mecarini, affianco a lui, della sindaca di Viterbo Chiara Frontini, del cappellano del Sodalizio don Alfredo Cento e della professoressa Eleonora Rava del Centro studi Santa Rosa. E’ il regalo di monsignor Piazza ai Facchini per «i 45 anni del Sodalizio ed i 10 dal patrimonio Unesco dopo tanti incontri e celebrazioni che abbiamo fatto insieme. Dissi a Massimo che alla prova da sforzo fisica io faccio corrispondere quella da sforzo spirituale».
L’annuncio è arrivato nella parte finale della presentazione dei modelli del Volo d’Angeli realizzati da alcuni detenuti nel progetto nato dalla collaborazione tra il Centro studi Santa Rosa, l’Università della Tuscia, il Sodalizio e il sostegno della Diocesi e del Comune di Viterbo. «Incastri per ricostruire è il secondo progetto del Centro studi con la casa circondariale di Viterbo – ha detto Rava - finanziato dalla Regione Lazio dopo ‘Rose che sprigionano’ che ha anche vinto un premio. L’idea nasce dall’idea del modellino tridimensionale, era il 14 dicembre 2015, quindi esattamente 8 anni fa. Hanno permesso in carcere il modellino 3D, insieme all’Ing. Elena Starnini, Paola Poiani, Lucia De Martino, Patrizia Tagliatti ed altri collaboratori: un grazie speciale alla direttrice del carcere Anna Maria Dello Preite«. Hanno partecipato attivamente al progetto in carcere, che è nato realmente nel 2020, Raffaele Ascenzi, i fratelli Zucchi ed i Fiorillo. E’ stata suor Francesca Pizzaia a introdurre la presentazione ringraziando Eleonora Rava, Massimo Mecarini e chi ha permesso la riuscita dell’iniziativa.
«Oggi viene anche inaugurata nella sala dei Quattrocento – ha detto Suor Francesca - l’esposizione di tutti i modellini della Macchine di S.Rosa restaurati da Maurizio Pintus e realizzate da Giorgio Telari che le ha concesse e due statue di Rosa originali in mostra». In collegamento ci sono stati il presidente del Centro studi, suor Lucia ed altri membri direttamente da Mammagialla.
«Questo progetto mi ha arricchito molto – ha detto Mecarini – per gli incontri che sono stati fatti. Spero si possa ripetere». La sindaca di Viterbo Chiara Frontini ha spiegato che «il progetto è nel solco di qualcosa di molto più grande che è quello di nutrire il culto di Santa Rosa in tutte le categorie sociali ed oltre il 3 settembre. Proprio pochi giorni fa parlavamo del Natale del minifacchino coinvolgendo tante categorie sociali. Incastri per ricostruire coinvolge categorie sociali più deboli ma che ricostruiscono socialità e senso di gruppo». Padre Alfredo Cento ha parlato della sua esperienza pluriennale come cappellano dei facchini di S. Rosa e l’importanza di progetti sociali come “Incastri per ricostruire” che fanno senso di comunità.
Il vescovo Piazza, poco prima della notizia della concessione dell’udienza privata dal Papa ai facchini, ha parlato di “Incastri per ricostruire” partendo dalle parole: «Si può ricostruire se mettiamo insieme i pezzi – ha detto il vescovo – ma dobbiamo trovare gli snodi e gli incastri giusti che sono quelli che rispettano la dignità, la giustizia, la qualità della vita di ogni persona. In questo modello di Macchina c’è la scuola di umanità perché nel luogo in cui è stato realizzato si è aperto dall’interno. Un valore che è Santa Rosa è stato reso concreto in questo modellino che è ricostruzione partendo da chi è più emarginato. I valori hanno bisogno di gambe per camminare nella vita degli uomini: come i segni ne sono l’espressione, così anche l’impegno ne diventa la via dei realizzazione».