LADISPOLI – L’avrebbe minacciata di morte segregandola in casa per 15 giorni, privandola di cibo per tre giorni e costringendola ad idratarsi con la sola acqua del rubinetto. Intervento degli agenti del commissariato di via Vilnius a Ladispoli, in via Duca degli Abruzzi. A dare l’allarme la vittima stessa, una donna siriana di 27 anni. 

All’arrivo degli agenti la donna ha raccontato quanto aveva subito dal marito, anche lui cittadino siriano di 32 anni. La 27enne ha raccontato ai poliziotti intervenuti gli anni di maltrattamenti subiti dal marito, durante i quali le era stata sempre inibita ogni forma di libertà, senza avere mai la disponibilità sia dei propri documenti e sia di denaro, senza poter mai uscire di casa o frequenta re alcuno, il tutto frutto della cultura maschilista e patriarcale dei paesi islamici, soffermandosi prevalentemente sul fatto che il giorno precedente era stata accompagnata forzosamente dall'uomo ad abortire il loro quarto figlio ed informata dallo stesso che gli avrebbe portato via gli altri tre figli per condurli a casa della nonna paterna.

Il coraggio e la disperazione della donna l'avevano portata quindi a chiedere aiuto alla Polizia anche in considerazione del fatto che il marito era in possesso di un biglietto aereo a nome della donna per il 24 settembre per rimandarla forzosamente in Siria, allontanandola definitivamente così dai propri figli. 

L’uomo è stato così subito rintracciato in un ristorante del litorale dove lavorava come cuoco. Nella sua auto sono stati ritrovati i documenti della donna e dei figli, e la documentazione sanitaria relativa all’aborto eseguito. Nella sua abitazione sono stati invece trovati i bagagli già pronti della moglie. 

Durante la stesura della querela, la donna, in evidente stato di sofferenza psico­ emotiva, continuava a ricevere chiamate e messaggi minatori da parte del marito che la minacciava dicendole che quanto posto in essere le avrebbe creato molti problemi sia qui che in patria e che le avrebbe comunque portato via i figli.

Da qui la decisione di arrestare il 32enne che ora si trova ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida. Il Gip del tribunale di Civitavecchia, esaminati i fatti ha convalidato l’arresto applicando la misura cautelare dei domiciliari.

La donna e i bambini sono stati invece condotti in una struttura protetta.