Giancarlo Turchetti, segretario generale della Uil provinciale di Viterbo, parla ad ampio raggio delle problematiche del mondo del lavoro in vista del Primo Maggio

Segretario, come considera l’attuale situazione del lavoro nella Tuscia?

«Il recente rapporto Eures ha documentato la stagnazione dell’occupazione nella Tuscia e non c’è un trend positivo che possa agevolare gli occupati. E’ stato certificato che il 78% dei contratti avviati sono atipici, precari ed a tempo determinato, di somministrazione ed intermittente. Parliamo di occupazione poco stabile e poco duratura perché in questo 78% ci sono contratti avviati per un mese, una settimana o anche per un solo giorno. Tutte queste situazioni risultano attivazioni di posti di lavoro che, però, non danno un reddito su cui una persona può sentirsi sicuro nella vita. Non ci sono sviluppo e capacità e volontà politiche che possano creare occupazione di qualità per la Tuscia. Dobbiamo puntare sulle ricchezze che ha il territorio, cosa che ancora non si fa in primis per il turismo».

Come giudica le ultime misure fiscali sul lavoro?

«Le ultime misure fiscali sul lavoro le abbiamo contestate, abbiamo fatto degli scioperi perché sono del tutto insufficienti rispetto alla situazione che noi viviamo. La fascia di povertà aumenta, c’è un assottigliamento verso il basso del ceto medio che non esiste quasi più, non ci sono misure che possono innalzare i salari. Avevamo fatto diverse richieste tutte inascoltate come la detassazione degli aumenti contrattuali e della tredicesima, un intervento più forte sul cuneo fiscale. C’è stato solo l’aumento di 100 euro per i dipendenti con il taglio del cuneo fiscale riconfermato fino alla fine del 2024. Il Pil dell’Italia è fatto essenzialmente dai consumi interni e, quindi, se non si mettono in condizioni i pensionati ed i dipendenti di poter spendere con l’aumento delle buste paga e delle pensioni è difficile aumentare il nostro Pil».

Quali sono i provvedimenti che giudica prioritari per l'occupazione?

«In primis la stabilizzazione e l’assunzione di tutti i precari che ruotano all’interno del pubblico impiego. Quindi nuove assunzioni nel lavoro pubblico. Se pensiamo che nella sanità mancano 30 mila medici, 80 mila infermieri e 70 mila operatori socio-sanitari capiamo da soli la situazione occupazionale in Italia. L’Italia si deve dotare di un piano industriale e di sviluppo, si devono utilizzare i fondi del Pnrr per creare nuova occupazione ed un futuro stabile e di qualità per i giovani».

Formazione al lavoro: come giudica il livello generale nella Tuscia?

«Nella Tuscia si fa formazione ma non è molto collegata alle figure professionali che servono. Bisognerebbe fare una ricognizione dei profili professionali che urgono ed andarle a formare secondo le richieste di mercato. Occorre un grande lavoro e certamente riteniamo la formazione necessaria perché i lavoratori preparati sono quelli che possono andare ad incidere sulle nuove richieste di lavoro, per esempio nel rinnovabile e nel ciclo combinato dei rifiuti in cui serve una grande preparazione».

Sicurezza sul lavoro: come agire per un’emergenza nazionale?

«La sicurezza sul lavoro è un’emergenza nazionale. Per noi è prioritario inasprire le pene e laddove c’è una colpevolezza delle aziende come la manomissione dei macchinari per produrre di più introdurre il reato di omicidio sul lavoro. Esistono già l’omicidio nautico e quello stradale ma ancora no quello sul lavoro. C’è bisogno di ulteriori assunzioni di Ispettori per fare i controlli nelle aziende e di fare formazione obbligatoria soprattutto per chi comincia a lavorare nel mondo della sicurezza. Quindi è importante che i datori di lavoro che causano morti nei cantieri per imperizia e manomissione dei macchinari non possano più partecipare agli appalti pubblici».