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«Se la conosco bene andrà avanti e cavalcherà l’idea della persecuzione». Così Paola Felli, ex portavoce dell’associazione di Gisella Cardia, sulla conclusione dei lavori della commissione della Diocesi incaricata di esaminare la vicenda della cosiddetta Madonna di Trevignano. Il vescovo di Civita Castellana, Marco Salvi, ha detto che non c’è nulla di sovrannaturale nelle presunte apparizioni. Nel documento l’alto prelato parla di inattendibilità di Gisella Cardia. E a sostegno della sua affermazione porta una serie di elementi: «lacune nella testimonianza della signora Gisella Cardia» e «contraddizioni interne». Contraddizioni come quella «tra la testimonianza della signora Gisella Cardia e quella del vescovo emerito Romano Rossi in merito ad una presunta lacrimazione di una statuetta della Vergine nelle mani di quest'ultimo, cosa che egli nega in maniera categorica e irremovibile». Quanto al contenuto dei messaggi che - a detta della sedicente veggente- sarebbero dettati nel corso delle presunte apparizioni di Maria, il vescovo Salvi rileva che «sono presenti numerosi errori teologici», «numerosi errori dottrinali che vengono legittimati non da un’argomentazione teologica, ma dalla ispirazione immediata rivolta da Dio e da Maria alla presunta veggente, per cui sono incontestabili ex sese». Osserva anche una «eccessiva semplicità dei temi dei messaggi e delle esortazioni della presunta veggente». Del caso è tornata a occuparsi la trasmissione Storie Italiane su Rai1 con Eleonora Daniele nel corso della quale è intervenuta Paola Felli. «A proposito della commissione - ha detto - Gisella già un anno fa mi disse ‘questa è tutta una farsa, non ci sarà nessun esito positivo, tanto lo sappiamo già come andrà per cui non ci interessa seguire, più o meno daremo una parvenza però continueremo a fare tranquillamente come ci va’, tanto è vero che non si è mai sottratta a nessun tipo di esposizione nonostante la richiesta di tenere un basso profilo. Se la conosco bene lei andrà avanti perché se si ferma è perduta. Deve andare avanti e seguire ancora questa idea di ‘persecuzione». L’ex portavoce ha spiegato che: «Gisella si è avvalsa di una potente arma che è quella della Fede».
Paola Felli poi ha rivelato: «Se Gianni Cardia non mi avesse minacciata in quella maniera così forte e violenta, che per me è stato uno shock, una devastante presa di coscienza, io forse oggi non l’avrei lasciata e mi sarai fatta ancora di più portavoce di Gisella».