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Si sono svolti ieri gli interrogatori di garanzia per sei dei 18 arrestati mercoledì scorso nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta mafia turca che ha portato in carcere Baris Boyun, ritenuto il boss dell’organizzazione. Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere così come aveva fatto la scorsa settimana lo stesso Boyun.
Solo Firat Gogalan, fermato a Vetralla, che ha fornito la propria versione dei fatti rispetto alle minacce che gli vengono contestate a un concessionario d’auto di Rieti. Cogalan è ritenuto dagli investigatori uomo di fiducia di Boyun Baris a cui “fornisce il necessario supporto logistico mettendo a disposizione autovetture, cellulare, denaro e armi anche di tipo Uzi che utilizza per attività intimidatorie". Lui e Caglan Senci, che vive a Tuscania da una quindicina d’anni, erano assistiti dall’avvocato Samuele De Santis.
Senci, secondo gli investigatori avrebbe “trasportato armi e appartenenti all'associazione”. L’uomo, secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti “si confronta con Ahmet Durmus, subito dopo l'attentato a Boyun, circa la necessità di “tirare fuori i grandi”, cioè armi connotate da un’elevata potenza di fuoco. Inoltre sarebbe stato Senci a distribuire diversi incarichi a Giorgio Meschini, il 30enne viterbese che avrebbe fatto da autista fornendo al gruppo supporto logistico e aiutandolo con la lingua e la conoscenza del territorio.
Gli interrogatori di garanzia sono stati più volte rimandati per la difficoltà di reperire interpreti. Firat Gogalan, ha respinto l’episodio di minaccia a mano armata a un concessionario di Rieti, risalente a un anno e mezzo fa che gli viene contestato, in quanto pare che, insieme ad altre persone, quel giorno fuori dal concessionario sia stato controllato dai carabinieri di Rieti e che poi se ne sia andato.
«Ci riserviamo di fare qualsiasi tipo di valutazione in riferimento alle comunicazioni contenute nella misura perché sono isolate - ha commentato l’avvocato De Santis - uniche in certi casi e particolarmente monche da integrare con una adeguata traduzione e da un attento ascolto delle intercettazioni precedenti e successive. Per quanto riguarda l'episodio contestato a Firat è falso e ci sarebbe una verifica fatta dall’Arma di Rieti che esclude un coinvolgimento in questa vicenda. Valuteremo di presentare istanza per il riesame. Per Gogalan ho già fatto istanza per gli arresti domiciliari».