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CIVITAVECCHIA - Non una riconversione della centrale a carbone, ma la realizzazione di un nuovo impianto. È questa la lettura da parte del Gruppo Interdisciplinare di Monitoraggio e Controllo Energia e Ambiente, composto da tecnici e medici e coordinato dal dottor Paolo Giardi , in merito al progetto presentato da Enel Produzione per la realizzazione dei gruppi a turbogas nella centrale di Tvn. UN progetto che, come anticipato nei giorni scorsi, vede andare dismessi i tre gruppi a carbone, senza però specificare nulla su un loro smantellamento, e la costruzione di un nuovo complesso che prevede altri quattro camini alti 90 metri l’uno. Il gruppo spiega infatti che il progetto prevede importanti realizzazioni, con il passaggio dagli attuali 68.000 metri cubi a 228.000 metri cubi. Rilevano poi che, con l’eventuale realizzazione dell’impianto a turbogas, si andrebbe all’ottavo intervento (cinque costruzioni e tre riconversioni) nel territorio nell’arco di 70 anni, una situazione che non trova riscontri in Europa. A conforto delle loro tesi, rilevano che la media di chilowattore che grava sulla testa di ciascun residente del comprensorio è pari a 40, contro una media nazionale che non arriva a 2. Esprimono, ancora, grandi perplessità sul fatto che, in ogni caso, la centrale a carbone non sarà demolita. Il sospetto, ma per il Gruppo Interdisiciplinare è quasi una certezza, è che l’impianto a carbone resti comunque in stand by, pronto ad essere riacceso in caso di emergenza, o di una situazione di carattere internazionale che porti alla diminuzione dell’apporto di gas che arriva dal Nord Africa e dall’Est Europa. C’è, infine, la preoccupazione relativa alle eventuali ricadute occupazionali.