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S. MARINELLA – Si è tenuta ieri mattina al Tribunale di Civitavecchia, l’udienza sul caso della presunta tentata corruzione che vede contrapposti il sindaco Pietro Tidei, l’imprenditore Fabio Quartieri, il consigliere comunale Roberto Angeletti, l'ex consigliere Fabrizio Fronti e il dipendente comunale Giuseppe Salomone. Ieri mattina erano presenti in aula gli avvocati difensori degli imputati e l’avvocato Gianluca Tognozzi, legale del sindaco Pietro Tidei. «Si è discusso sull’escussione del sindaco e dei due ufficiali di polizia giudiziaria – ha commentato l’avvocato Tognozzi – le parti hanno infatti chiesto l’acquisizione della querela presentata dal Tidei nel marzo del 2022 e non hanno voluto porre domande allo stesso sindaco». Al termine di questa fase, il giudice, ha deciso di rinviare le udienze all’8 maggio per lo scioglimento delle riserve e al 5 giugno per sentire i due ufficiali di Polizia giudiziaria. I quattro imputati erano stati chiamati in causa dal sindaco Tidei, che nel marzo del 2022 presentò una denuncia per corruzione sfociata nel loro rinvio a giudizio. Secondo l’accusa, Quartieri, avrebbe coinvolto alcuni amministratori locali, tra cui Angeletti, in cambio di favori per le sue attività imprenditoriali. Salomone, in quanto dipendente dell’azienda comunale, sarebbe stato anche lui coinvolto in questa presunta rete di corruzione. Le indagini sono state lunghe e approfondite e condotte anche tramite intercettazioni ambientali nelle auto e nei luoghi frequentati dagli imputati. Sulla base di queste registrazioni sarebbero emersi elementi che avrebbero portato il giudice a formulare il rinvio a giudizio e ad incardinare quindi le prove in sede processuale.
Presunzione di innocenza. Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza, fino al terzo grado di giudizio, che si basa sull’articolo 27 della Costituzione italiana, secondo il quale una persona “Non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”. La direttiva europea n 343 del 2016, recepita con la legge delega n 53 del 2021 stabilisce che "nessun indagato possa essere considerato come colpevole prima che nei suoi confronti venga emessa una sentenza di condanna”. ©RIPRODUZIONE RISERVATA