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CIVITAVECCHIA – “Un giudice moderno guarda i bisogni dell’utenza”. È questo lo spirito che guida il dottor Alberto Liguori, neo procuratore capo di Civitavecchia che, questa mattina, si è insediato ufficialmente a via Terme di Traiano davanti alle autorità ed istituzioni locali, religiose, civili e militari. Dal Questore di Roma al Prefetto di Roma, dal Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Roma al presidente del Tribunale Francesco Vigorito, i magistrati del Palazzo di Giustizia, gli avvocati del foro cittadino, passando per i 13 sindaci dei comuni del circondario della Procura di Civitavecchia, fino ai dipendenti di Tribunale e Procura.
In tanti hanno voluto prendere parte alla cerimonia che ha visto il procuratore capo facente funzione Alessandro Gentile - che per un anno e dieci mesi ha guidato gli uffici in attesa che venisse ricoperta la sede lasciata vacante dal dottor Andrea Vardaro - lasciare il testimone al dottor Liguori, consegnando “una procura in buona salute – ha spiegato – con qualche problema, accentuatosi nell’ultimo periodo, in termini di numero di personale amministrativo. Abbiamo registrato alti livelli di produttività ed efficienza e devo ringraziare i colleghi, la polizia giudiziaria, il personale amministrativo, il presidente del Tribunale e il consiglio dell’ordine per la collaborazione”. Collaborazione garantita nei vari interventi anche al nuovo procuratore capo.
«Sono sicuro che porteremo avanti un lavoro importante insieme – ha confermato il presidente del Tribunale Vigorito – e sono certo che il dottor Liguori saprà proseguire sulla strada tracciata in questi anni, in termini di efficacia e qualità, migliorando ancora di più questo lavoro».
Nel suo intervento, ricco di spunti, di riflessioni, di sguardi al percorso svolto e di proiezioni al futuro prossimo, il neo procuratore capo ha indicato quelle che sono le “missioni” che si prefigge. «La separazione dei poteri ed il rispetto delle relative missioni – ha spiegato – al legislatore la cura dei bisogni dei cittadini e l’assoluta libertà delle scelte normative per garantirli; al potere esecutivo la traduzione delle scelte legislative in diritti effettivi; al potere giudiziario la sanzione per la soppressione e la compressione dei diritti costituzionali dei cittadini minati nei casi concreti. E poi la missioni giudiziaria». Ringraziando i predecessori Vardaro e Gentile per aver garantito “quantità e qualità alla domanda di giustizia pensale in condizioni non certo favorevoli”, Liguori ha ricordato che «le forze in campo per governare quasi 8000 affari penali per anno sono affidate a 10 magistrati togati e a 9 magistrati onorari. Governare il diritto ad una giustizia penale equa e rapida a quasi 400.000 residenti, al netto dei viaggiatori che per aria e per mare raggiungono il nostro territorio, non sarà opera semplice e comunque, innanzitutto, il rispetto dei diritti dell’utenza, dalla richiesta del casellario giudiziale al diritto alle informazioni penali per tutte le parti del processo. Il rispetto del diritto di difesa, in attesa che a breve ne vedremo l’inserimento nella Costituzione dell’avvocato, con Discovery il più possibile anticipato dalle carte del processo per rendere effettivo il diritto degli assistiti». E poi ancora la missione investigativa, con un’attenzione particolare ai settori economici e tributari, collaborando soprattutto con Guardia di Finanza ed Ufficio Dogane, «perché – ha ricordato – sono proprio i reati finanziari, economico-societari, che hanno ripercussioni a danno dei servizi per l’utenza».