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Non abbassano la guardia i tabaccai del territorio, pronti a combattere la battaglia per trovare una soluzione alla decisione di Logista Italia di chiudere il deposito fiscale di Civitavecchia, punto di riferimento per i rivenditori da Fiumicino a Pescia Romana. anche quelli stagionali.
Dal primo gennaio infatti i locali di via dei Poggi a San Gordiano sono chiusi, con 8 persone mandate a casa, senza più lavoro e con disagi per molti operatori della zona.
Un gruppo di tabaccai ha dato vita ad una protesta fuori il deposito, alla quale ha partecipato anche il sindaco Ernesto Tedesco che, nei giorni scorsi, ha definito “illogica” la decisione di chiudere il magazzino cittadino.
«La scelta di chiudere questo deposito - hanno spiegato i rivenditori -creerà enormi danni alla categoria. Qualcuno di noi già da anni, avendo la possibilità, ha deciso di farsi consegnare i tabacchi, ma molti altri, soprattutto i piccoli rivenditori, preferivano provvedere in proprio, recandosi direttamente al deposito ed abbattendo così gli eventuali costi di trasporto. Oggi non sarà più possibile, avendo trasferito tutto a Ronciglione, sede non certo comoda da raggiungere per noi del litorale».
I rivenditori hanno parlato di costi aumentati negli ultimi anni, tanto che molti di loro partivano da un’ordinaria non elevata per poi rifornirsi del mancante 2/3 volte a settimana. Ma con la chiusura del deposito di Civitavecchia andrà rimodulata tutta l’organizzazione. «Oggi la media è di 50 euro a stecca - hanno aggiunto - sono circa 80-90 i tipi di sigarette lavorati: c’è chi si può permettere di tenerli come deposito, e chi invece non riesce. Dovendo ricorrere al trasporto, i costi aumenterebbero di almeno 100 euro al mese. Chi lavora poche sigarette e deve già affrontare tante spese, come farà? Dove è il guadagno finale?». Ecco quindi che, per diverse piccole tabaccherie, il rischio chiusura è dietro l’angolo. «Continueremo la nostra battaglia - hanno concluso - per trovare un’alternativa, un self point, un deposito o comunque un punto dove poterci rifornire in modo veloce e con spese minime». La categoria si aspetta anche un intervento della politica, a livello governativo, per trovare una rapida soluzione.
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