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TARQUINIA - L’associazione umanitaria Semi di pace sancisce la rottura con l’amministrazione comunale a seguito della mancata concessione di terreno promesso quattro anni fa in campagna elettorale per l’ampliamento della Cittadella. Così il presidente Luca Bondi, i membri del consiglio direttivo e tutti i volontari si dicono fermamente decisi a «promuovere ogni iniziativa popolare utile alla positiva soluzione della vicenda, affinché possa prevalere la forza della ragione non le ragioni della forza». «Il sindaco del Comune di Tarquinia, Sandro Giulivi - spiegano da Semi di pace - in campagna elettorale si era impegnato, come tutti gli altri candidati, sottoscrivendo un documento dell'associazione umanitaria Semi di pace, a destinare, in concessione, "altri spazi comunali adiacenti alla Cittadella, non utilizzati e non vincolati". Si trattava di una porzione di terreno di circa 5.500mq, attualmente in uso al Consorzio di bonifica e di proprietà del Comune. Questo avrebbe permesso all'associazione di sviluppare e potenziare tutti i progetti di servizio sociale a favore di bambini, famiglie ed anziani in situazione di fragilità ed in particolare realizzare la casa famiglia per ragazzi diversamente abili. Il terreno avrebbe comportato, da parte dell'amministrazione, una piccola variante urbanistica, specifica, per trasformare, la porzione di terreno richiesta, da terreno agricolo a spazio per opere sociali e servizi. Sono trascorsi oltre 4 anni e Giulivi è venuto meno ai suoi impegni senza fornire una plausibile spiegazione, sebbene richiesto dalla mozione presentata dai consiglieri di minoranza, con l'appoggio, incondizionato, dei suoi consiglieri di maggioranza. Segue il doveroso comunicato che la presidenza di Semi di Pace indirizza ai volontari, alle famiglie, agli utenti, alle organizzazioni del terzo settore, alle istituzioni tutte. Si ritiene utile portare a conoscenza l’esito della vicenda amministrativa che ha visto, ancora una volta, l’attuale amministrazione comunale, nella persona del sindaco e dei membri di maggioranza della giunta comunale, non solo a restare “sorda” alle istanze provenienti dal territorio, precisamente a dare corso a quanto la stessa giunta comunale si era già impegnata a fare per consentire lo svolgimento di attività sociali e di solidarietà in favore di persone fragili e bisognose di assistenza, avendo riconosciuto l’interesse pubblico delle ragioni sottese all’istanza avanzata dall’associazione medesima in data 09/05/2018, Prot. n.022, ma anche a respingere una precisa e dettagliata mozione d’ordine, sul tema, presentata dal gruppo consiliare composto da Sandro Celli, Enrico Leoni, Arianna Centini e Andrea Andreani, in data 29 settembre scorso». «Per una migliore comprensione della vicenda, - aggiungono da Semi di pace - si ritiene possa giovare richiamare succintamente i fatti e gli eventi che l’hanno caratterizzata, affinché ognuno possa trarne le conclusioni. L’associazione umanitaria Semi di Pace, con scritto di replica del 27.10.2022, ha contestato integralmente il contenuto della missiva inoltrata il 20.10.2022 dalla Responsabile del Settore X, dott.ssa Arch. Valentina Troiani, Ufficio “Settore X”. Missiva, questa, in cui l’Ufficio rilevava ed eccepiva sopravvenuti impedimenti alla esecuzione della delibera della giunta comunale n. 163 del 29.09.2021, con cui l’amministrazione comunale aveva deliberato di concedere in locazione all’associazione Semi di Pace, per la durata di sei anni, una porzione del terreno distinta al catasto al foglio 70, particella 1175 subalterno O, della superficie di 5.500 mq circa, dietro un corrispettivo annuale di euro 1.000 (Tale area sarebbe stata destinata allo sviluppo e allo svolgimento delle attività sociali e di solidarietà sopra richiamate). Lo scritto di replica dell’associazione - puntuale e preciso nelle controdeduzioni offerte a confutazione delle motivazioni addotte dall’amministrazione, tanto da far apparire quest’ultime pretestuose e prive di pregio giuridico – è privo di riscontro da parte dell’Ufficio, a distanza di un anno. Nel suddetto documento, si è ritenuto di evidenziare, inoltre, la lesione del principio dell’affidamento del privato nei confronti della pubblica amministrazione, che appare principio consolidato anche dalla giurisprudenza della Suprema Corte di Cassazione, come è stato puntualmente indicato, tanto più quando l’interesse del privato è conforme all’interesse pubblico, come nel caso della vicenda in esame, invitando, dunque, l’amministrazione comunale ad esperire quanto in suo potere per rendere effettivo e conseguente il legittimo affidamento riposto dall’associazione stessa in rappresentanza delle istanze provenienti dalle famiglie, dagli anziani, dai disabili e dalle singole persone destinatarie dei servizi di assistenza sociale e di solidarietà. Tra i rilievi giuridici offerti in controdeduzione, l’associazione ha evidenziato come la condotta dell’amministrazione comunale potesse ben inquadrarsi nel c.d. “Silenzio – Inadempimento” ponendo le basi, quindi, per una possibile soccombenza della stessa qualora le ragioni addotte trovassero conferma all’esito di un procedimento giudiziario». «Giova ricordare - proseguono da Semi di pace - altresì, come Semi di Pace è considerata ente del Terzo Settore ai sensi del D.Lgs 117/2017. Ebbene, con la mancata esecuzione della delibera della giunta comunale n. 163 del 29.09.2021, non solo l’amministrazione comunale veniva meno a precisi obblighi contrattuali già assunti, ma deve anche registrarsi la mancata attuazione di precise disposizioni normative in materia di rapporti con gli enti, associazioni e imprese del Terzo Settore. Infatti, come stabilito dall’art. 55 del D.Lgs 117/2017 – c.d. “Codice del Terzo Settore” - le pubbliche amministrazioni, in attuazione di una serie di principi – fra cui quello della sussidiarietà – e nell’esercizio delle proprie funzioni di programmazione e organizzazione territoriale degli interventi e servizi nei settori di attività di interesse generale di cui all’art. 5 (del “codice del Terzo Settore”), sono tenute ad assicurare il coinvolgimento “attivo” degli enti del Terzo Settore. Un simile coinvolgimento deve compiersi, sempre ai sensi della medesima disposizione, mediante forme di co-programmazione, co-progettazione e accreditamento, che per espressa previsione normativa debbono realizzarsi nel rispetto dei principi sanciti dalla legge 7 agosto 1990, n. 241 (legge sul procedimento amministrativo e accesso agli atti della p.a., oltre che delle disposizioni relative a specifici e ulteriori procedimenti, con particolare riguardo alla programmazione sociale di zona. Va detto come tale richiamo è stato evidenziato anche nel corpo della mozione presentata dal gruppo consiliare, indirizzata al presidente della giunta comunale, con cui si richiedeva, per l’appunto, la rimozione degli ostacoli, giuridico-amministrativi che impediscono all’associazione Umanitaria Semi di pace-odv di godere appieno del diritto discendente dalla deliberazione della giunta comunale, insistendo così per dare corso all’esecuzione del contratto di locazione dell’area, stante il riconosciuto interesse pubblico delle attività che verranno svolte dalla nostra associazione. A quanto consta a questa presidenza, le motivazioni offerte dal sindaco, nel respingere la mozione in parola, sono state alquanto evasive e carenti di riferimenti giuridici appropriati, da cui si è potuto evincere solo un’opposizione mossa dal pregiudizio nei confronti dell’iniziativa umanitaria intrapresa da Semi di Pace sorretta dalla “dittatura” della maggioranza, che ha come unica conseguenza la frustrazione dei diritti e degli interessi delle famiglie e delle persone destinatarie di quei servizi socio-assistenziali e di solidarietà, da troppo tempo rimasti privi di riscontro da parte dell’attuale amministrazione comunale».