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FIUMICINO – Una notte di inciviltà e oltraggio ha trasformato il Parco Simone Costa, in via del Serbatoio, in un triste teatro di degrado. Ignoti hanno imbrattato i muri e le panchine con scritte farneticanti e simboli nazisti, tra cui svastiche e altri segni di odio che colpiscono al cuore la memoria storica e il senso civico di un’intera comunità. Le immagini mostrano chiaramente l’entità del danno: vernice spray su superfici pubbliche, segni violenti che parlano di un disagio ben più profondo della semplice vandalizzazione di un luogo.
Tra i primi a reagire con sdegno l’assessore Stefano Costa, che ha affidato ai social il suo commento durissimo: «Chi ha compiuto questo gesto dimostra una povertà morale sconcertante. Il parco Simone Costa è il frutto dell’impegno di tanti volontari, uno spazio pensato per famiglie e bambini. Vederlo ridotto così fa male, e deve far riflettere».
Ma non si tratta solo di un danno estetico. La conta dei danni è pesante anche dal punto di vista economico – si stimano migliaia di euro per il ripristino – e, soprattutto, dal punto di vista sociale e culturale.
A preoccupare maggiormente è l’uso di simboli nazisti, un gesto che non può essere banalizzato come una ragazzata. La svastica, tracciata con leggerezza sulle panchine, è il segnale di un inquietante vuoto di valori, dove l’illegalità diventa espressione, dove la provocazione sostituisce ogni forma di consapevolezza.
Chi compie simili atti non è semplicemente in cerca di emozioni forti, ma si pone deliberatamente fuori dalle regole della convivenza civile. Ed è proprio questa assenza di coscienza e responsabilità a lanciare il campanello d’allarme.
Quanto accaduto è il sintomo evidente di una crisi educativa che attraversa famiglie, scuole e istituzioni. È necessario ricostruire il senso del limite e del rispetto, restituire significato a parole come “memoria”, “comunità” e “bene comune”. Non si può più delegare: la formazione di cittadini consapevoli deve tornare al centro dell’agenda sociale e politica.
L’episodio, purtroppo non isolato, impone una reazione forte e condivisa. Ripulire il parco è solo il primo passo. Serve un impegno collettivo per prevenire e contrastare questi gesti, che sono il riflesso di un malessere profondo. Perché un parco non è solo un luogo fisico, ma un simbolo della comunità, un patrimonio da difendere e trasmettere. A partire dal rispetto.