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Con il raduno presso il teatro dell'Unione e il giro delle Sette chiese i facchini si avvicinano all'appuntamento più atteso della giornata: il Trasporto di Gloria.
«Mai bianco è stato così splendido - ha detto la sindaca Chiara Frontini al teatro Unione – In città c'è una frizzantezza che mancava da tempo. Siamo orgogliosi di voi facchino e delle 25 ragazze entrate quest'anno nel Comitato centro storico». La sindaca ha ricordato i 10 anni del riconoscimento Unesco ei 45 anni del Sodalizio. «Da 10 anni la macchina non è solo patrimonio di Viterbo ma dell'intera umanità. La macchina e il trasporto sono emozione. Emozione che dobbiamo a Gloria, alle 25 ragazze, al riconoscimento Unesco ea noi viterbesi. Viterbo si merita un grande trasporto».
Il prefetto Cananà ha parlato dell’organizzazione, «complicata - ha detto – ma l'amministrazione ha curato tutto nei minimi dettagli e ha presentato tempestivamente un buon piano di sicurezza che poi abbiamo limato insieme alle istituzioni pubbliche. Abbiamo lavorato con unità. Il Sodalizio stesso ha avuto un ruolo importante in questo lavoro tra sicurezza, da mettere sempre in primo piano, ragioni di festa e tradizioni».
Tra gli altri ha preso la parola l’ideatore di Gloria, Raffaele Ascenzi che ha detto: «l'addio è difficile, ho le lacrime nel cuore. Facchini questa sera non portate solo santa Rosa. Dentro ci sono 50mila preghiere, i nomi dei viterbesi che non ci sono più. Una rappresentanza, perché dentro c'è tutta la città».
A concludere gli interventi il presidente del Sodalizio, Massimo Mecarini che ha incoraggiato i facchini: «Avete un capofacchino e delle guide fantastiche. Farete volare Gloria e le renderete onore. Voi siete i leoni di Viterbo ei figli prediletti di Rosa. Questa divisa è la vostra seconda pelle, che avete sempre cucita addosso».
Gli ha fatto da eco il capofacchino Sandro Rossi: «Abbiamo messo in piedi una macchina da guerra, realizzato sedendoci al tavolo tutti insieme», che ha concluso con una promessa: «Daremo il massimo, nonostante il caldo ci farà faticare un po' di più».