Roma, 25 lug. (Adnkronos) - "Nella maggioranza è in corso un regolamento di conti che potrebbe far nascere qualcosa di nuovo a destra. Ma se si rompono noi dobbiamo evitare governi tecnici o parlamentari e andare a elezioni". Matteo Renzi torna a ribadirlo in un'intervista a Repubblica, in cui sostiene che "le difficoltà di Meloni sono evidenti, il voto anticipato non è più un tabù e noi dobbiamo attrezzarci per vincere, respingendo ogni ipotesi di grande coalizione o governi tecnici". "Nel 2022 il centrosinistra era a pezzi e loro compatti. La prossima volta - avverte il leader di Iv - deve accadere il contrario. I voti del centro strappati agli avversari potranno essere decisivi nei collegi marginali". "A differenza di Letta - ricorda poi l'ex premier -, Schlein ha detto: 'non mettiamo veti'. E' l'unica strada per vincere: è successo nel Regno Unito, quando Starmer ha rimosso i veti su Tony Blair, e accade in tutta Europa quando la sinistra si unisce ai riformisti". "Abbiamo tentato di creare un Terzo polo e non ce l'abbiamo fatta, per le divisioni assurde - va avanti Renzi -. Per cui Italia Viva sceglie di stare nel centrosinistra a tutti i livelli, fin dalle prossime regionali e dalla campagna contro l'autonomia differenziata. Rimaniamo garantisti e contro l'aumento delle tasse, pro business e per le infrastrutture. Ma se devo scegliere tra Schlein e Meloni non ho dubbi. L'Italia ha un governo imbarazzante che, con gli errori in Europa, i Lollobrigida e i Delmastro, ci sta facendo fare una figuraccia sul piano nazionale e internazionale". Quanto al no di Giuseppe Conte, "se è finita la stagione dei veti - osserva Renzi -, è finita sia in entrata sia in uscita. Se Conte vuol parlare del passato, discutiamo. Mi incolpa di aver fatto cadere il suo governo. Ma io non rinnego di aver portato Draghi a Palazzo Chigi. Non credo gli convenga aprire questo dibattito: non ho firmato io i decreti Salvini sull'immigrazione, non mi sono mai definito sovranista, non ho mai appoggiato Trump". Il futuro del campo largo da qui in avanti si realizza "con un lavoro programmatico per costruire non l'opposizione ma l'alternativa. Per preparare il governo di domani. Significa fare un grande lavoro sui contenuti. Sul jobs act ognuno si tiene le proprie idee, parliamo del futuro".