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CERVETERI - Dai condoni a Campo di Mare, alle opere “inaugurate” in ritardo ed «ereditate dalla precedente amministrazione», passando per le «criticità» del territorio più volte evidenziate dai cittadini. Il coordinatore di Governo Civico - uno dei due gruppi che ha deciso di uscire dalla maggioranza del sindaco Gubetti (l’altro è Cerveteri democratica) - l’ex sindaco Alessio Pascucci tira fuori i vari problemi che hanno portato alla decisione consolidatasi la scorsa settimana. Impossibile, per Pascucci, che il sindaco Elena Gubetti non sapesse cosa stava accadendo. «Ha chiarissimo cosa non va», spiega Pascucci parlando di incontri, che si sarebbero svolti già mesi fa, dove proprio Governo Civico aveva evidenziato le criticità. «Avevamo chiesto di rimettere mano alla macchina amministrativa - dice ancora - ma ci è stato risposto che andava tutto bene». «Siamo stati presi in giro per tre mesi», prosegue ancora. Tra gli esempi c’è proprio quello dei condoni a Campo di Mare un iter «ereditato dalla precedente amministrazione» (quella di Pascucci, ndr) e che per «tempi» e «costi» non è andato come doveva. La «cifra richiesta» ai proprietari degli immobili della frazione etrusca, a parere dell’ex sindaco «sono troppo alti» rispetto «al percorso che avevamo intrapreso». E così, visto il muro innalzato dall’attuale primo cittadino, il gruppo politico che lo ha sostenuto alle elezioni di appena due anni fa ha deciso di utilizzare il pugno duro perché «siamo persone coerenti», «non vogliamo essere complici di questo modo di governare» ha detto forte e chiaro.
Le prove di “dialogo” insomma, a questo punto sarebbero ormai terminate. «Ci hanno detto no a tutto». Unica possibilità: un’apertura dell’amministrazione, del sindaco, di tornare al confronto. Ma Pascucci avverte: «Non ci saranno più le condizioni di prima». Riflettori accesi sul consigliere Salomone, eletto con Governo civico e passato ad Azione che durante l’ultimo consiglio comunale ha “sferrato” il suo attacco proprio al coordinatore del movimento. «Se Salomone pensa di venire a insegnare a noi come governare si sbaglia», rincara la dose l’ex sindaco. Insomma: in maggioranza «o c’è Azione o c’è Governo civico». Parole forti anche nei confronti del vicesindaco e assessore alle Politiche culturali Federica Battafarano. Anche lei, eletta tra le fila del movimento che oggi ha lasciato la maggioranza. «Ha deciso di non sottoscrivere il documento. Evidentemente intraprenderà un percorso fuori da Governo civico». Ma Pascucci si toglie anche qualche altro sassolino dalla scarpa nei confronti della numero due del Granarone. Quell’incarico, le è stato conferito perché «siamo stati bravi noi. Dove si è mai visto che il sindaco e il vicesindaco provengano dalle stesse liste elettorali?». Si prosegue dunque sulla linea dell’appoggio esterno. Anche se l’ombra del commissario prefettizio preoccupa e non molto la città. «Non stiamo portando la mozione di sfiducia», tranquillizza per certi versi Pascucci. «Continueremo a votare i progetti relativi al programma elettorale» ma «non vogliamo più essere complici di questa amministrazione».
Intanto i cittadini continuano a essere preoccupati per le sorti della città, soprattutto in vista dell’estate. A intervenire sulla crisi sono anche Scuolambiente e il Comitato di zona di Valcanneto: «Riteniamo che le scelte politiche debbano essere sempre motivate da un reale interesse per il bene comune e non frutto di giochi di potere che danneggiano l'integrità del nostro splendido territorio e minano il benessere della nostra comunità. In particolare, con l’approssimarsi della stagione estiva una crisi amministrativa metterebbe a rischio le molte iniziative che negli ultimi anni sono state volano di turismo e di promozione culturale del nostro territorio». Le due associazioni «chiedono trasparenza, coerenza e rispetto per i cittadini». Da qui l’appello al sindaco e ai consiglieri tutti (maggioranza e opposizione) ai quali chiedono «di lavorare sempre per privilegiare il bene della nostra città e delle nostre frazioni. La cultura deve essere un pilastro della nostra comunità, non un ostaggio di crisi politiche».
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