Anche il granito si sgretola. Sembra essere questa la situazione in cui è incappata, probabilmente per un eccesso di fiducia nei propri mezzi, la maggioranza di Palazzo dei Priori. Gli esponenti della squadra di governo, abituati a muoversi in maniera compatta con la certezza dei numeri dalla loro parte, sembrano non avere contezza che lo scenario, soprattutto in questi primi mesi del 2024, è mutato. E che anche una sola assenza nel gruppo, anche se soltanto per pochi minuti, in fase di voto può far inciampare. La maggioranza, inizialmente granitica, vede ridotta la propria forza numerica a causa del passaggio di Marco Bruzziches e Letizia Chiatti tra i banchi dell’opposizione.

Delle venti persone che costituivano il gruppo di governo che approva all’unisono e senza tentennamenti le delibere portate dall’esecutivo in aula, la maggioranza attualmente può contare su 18 voti - senza considerare la sindaca - di cui uno “ballerino”. Il consigliere Ugo Poggi di Rinascimento è infatti un battitore libero e, se l’argomento non lo convince, preferisce astenersi. Fin qui non ci sarebbe nulla di preoccupante. Il problema nasce se, come accaduto nell’assise di giovedì, un consigliere di maggioranza non è presente al momento del voto e, ad assicurare il numero legale che garantisce la validità della seduta, non contribuisce la presenza dell’opposizione perché uscita dall’aula. L’approvazione del riconoscimento di un debito fuori bilancio - per un importo di 1222 euro - si traduce per la maggioranza in un debito d’ossigeno. Si arriva a 16 voti favorevoli per il rotto della cuffia, conteggiando anche quello della sindaca. Il 17esimo è un’astensione. Ma al di là del via libera al pagamento del debito, il problema è costituito dal fatto che per la validità ne occorrevano almeno 17, espressi esclusivamente dai consiglieri. Per l’opposizione si tratta di aver approvato un atto amministrativo in mancanza di numero legale. E per dirimere il giallo sulla validità i gruppi di minoranza si sono rivolti al prefetto Gennaro Capo, il quale dopo aver ascoltato le istanze rappresentate e raccolto ulteriori informazioni, esprimerà le sue valutazioni.

In attesa di conoscere l’esito della decisione della Prefettura, resta il fatto che la maggioranza da ora in poi dovrà prendere consapevolezza dei propri numeri e soprattutto, qualora la minoranza abbandoni l’aula, contarsi bene prima di decidere se mettere a votazione un documento. La certezza matematica di arrivare sempre a metà non è più così scontata.