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CIVITAVECCHIA - Una crisi che sta aggredendo, giorno dopo giorno, il territorio. Campanelli d’allarme che non sono stati colti in modo adeguato, andando a costruire quelle alternative di cui la città aveva bisogno. Realtà che sono state presenti, pesantemente per anni, e che oggi come nulla fosse pensano di poter chiudere tranquillamente una porta, senza guardare alle criticità lasciate sul campo.
Una situazione che ormai rischia di esplodere. E allo sciopero dei metalmeccanici, giunti alla terza settimana di protesta fuori i cancelli della centrale Enel di Torrevaldaliga nord, rischia di aggiungersi quello dei portuali tutti, uniti in una vertenza territoriale a tutela dell’occupazione. Già la scorsa settimana la Cpc aveva lanciato l’allarme: «Bloccheremo il porto e la città, qualora la Compagnia Portuale fosse costretta a licenziare anche un solo lavoratore, dei 30-40 oggi a rischio, o nel caso in cui il 15 luglio non fossimo in grado di pagare gli stipendi» aveva detto il presidente Enrico Luciani. E per oggi è convocata una conferenza stampa, alla presenza di metalmeccanici, portuali, operatori dello scalo sulla grave crisi dei traffici merci e sulla vertenza legata alla riconversione della centrale Enel.
Perché da un lato c’è il futuro dell’impianto ed il possibile passaggio da carbone a gas. Dall’altro il calo, già oggi, proprio dell’utilizzo del carbone. E poi i traffici merci che, nei primi sei mesi del 2019, hanno fatto registrare un calo notevole e preoccupante. Perchè, in questi anni, sull’aspetto commerciale dello scalo si è puntato poco, preferendo altri aspetti ma pagando oggi conseguenze negative in termini di traffici ed occupazione. Ecco che quindi i sindacati hanno deciso di approfittare dello sciopero nazionale di 4 ore del trasporto pubblico locale proclamato per mercoledì della prossima settimana, per legarlo direttamente alle questioni di carattere locale.
L’amministrazione comunale sta guardando con attenzione questa vertenza, dicendosi disponibile a scendere in campo.
Lo ha assicurato il vicesindaco Massimiliano Grasso, con delega tra l’altro a Politiche e Sviluppo portuale, il quale ha sottolineato la necessità, oggi, di governare i processi anziché subirli come è accaduto troppo spesso finora. «È per questo - ha spiegato - che serve avere idee chiare sugli strumenti a disposizione da poter attivare, su quello che serve realmente al territorio e sui ruoli da assumere, con la creazione di una cabina di regia coordinata proprio dal Comune e con un ruolo attivo dell’Autorità di Sistema Portuale». Questo, necessariamente, porterà a rivedere e a rimodulare anche il rapporto tra città e porto, tra i due enti che devono dialogare su una strada comune, «per guidare tutti insieme - ha aggiunto Grasso - questo processo di crisi. Serve per questo un’unità di intenti, politica ma soprattutto istituzionale, attivando strumenti eccezionali che sono a disposizione». Il riferimento è ad un accordo di programma che veda coinvolti Regione Lazio, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dei Trasporti, e chiaramente Comune, Adsp e gli altri soggetti interessati per la dichiarazione di area di crisi complessa e l’attivazione delle misure necessarie. «Ben venga quindi l’iniziativa di oggi - ha concluso - nell’ottica di iniziare davvero a fare fronte comune per tutelare questo territorio».