CIVITAVECCHIA – “La fornitura dei servizi di interesse generale agli utenti portuali deve necessariamente essere a titolo oneroso; ne segue che è consentita l’imposizione di corrispettivi per le prestazioni rese. La spesa non può gravare in termini di costi direttamente e totalmente a carico del bilancio dell’autorità portuale (Consiglio di Stato sez. VI, 7 febbraio 2014, n. 586)”.

È quanto certifica la Sezione quinta del Consiglio di Stato che ha respinto l’appello presentato da Clia (Cruise Lines International Association Europe), Costa Crociere, Msc, Royal Caribbean e Roma Cruise Terminal nei confronti dell’Adsp del Mar Tirreno centro settentrionale contestando i diritti d’uso al porto di Civitavecchia.

Dopo il Tar, quindi, anche i giudici di Palazzo Spada danno ragione a Molo Vespucci sulla linea adottata nel corso di questi anni. E ribadiscono che “i diritti di cui si controverte non sono tributi, bensì corrispettivi per la fornitura di servizi Va poi osservato che la competenza all’adozione del decreto, individuata nel Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, è stata correttamente agganciata all’art. 8 comma 3 lettera r) della L. 28 gennaio 1994, n. 84 laddove è disposto che il Presidente ‘esercita ogni altra competenza che non sia attribuita dalla presente legge agli altri organi dell’Autorità di sistema portuale”.

Dunque le compagnie e i crocieristi su cui poi ricadono questi costi dovranno continuare a corrispondere quanto richiesto dall’Adsp per contribuire ai servizi di interesse generale di cui si servono.

©RIPRODUZIONE RISERVATA