CIVITAVECCHIA – Port Mobility apre la procedura di licenziamento per 26 unità lavorative. Ancora crisi sul fronte occupazionale in città con il presidente della società Edgardo Azzopardi che ha inviato una nota a sindacati, ispettorato territoriale del lavoro di Roma, assessorato regionale al Lavoro e Regione Lazio evidenziando le difficoltà attuali e le motivazioni che hanno spinto Port Mobility ad avviare la procedura. E a quanto pare, almeno per il momento, non sembrano esserci margini di manovra, tanto c he si parla della necessità «di attuare una serie di azioni di carattere strutturale e non congiunturale».

Dei 153 dipendenti (di cui 113 a tempo indeterminato e 40 a tempo determinato) 26 rischiano oggi il posto di lavoro: 25 le unità del settore viabilità e parcheggi (di cui 23 con qualifica di operaio e mansioni di addetto imbarco/sbarco e 2 unità con qualifica di operaio e mansioni di capoturno. Alla base di questa decisione, in particolare, la nuova concessione alla Logiport Spa per quattro anni delle nuove banchine 27, 28, 29 e 30, che ha determinato, come si legge nella nota, il trasferimento di tutte le operazioni dell’armatore Grimaldi dalle banchine pubbliche - gestite da Port Mobily - alle nuove banchine privategestite da Logiport. «Tale assegnazione ha prodotto - spiega l’avvocato Azzopardi - un mutamento assai sginificativo dei volumi di attività dell’azienda: Grimaldi infatti è la compagnia armatoriale più importante in termini di traffici, movimentando nello scalo di Civitavecchia oltre il 50% del traffico passeggeri e oltre il 75% di quello merci collegato alle navi ro-pax». Alla riduzione delle attività di viabilità complessivamente rese per i traffici connessi all’armatore Grinaldi, si è agigunta poi «la significativa riduzione - si legge ancora - delle tariffe per gli altri servizi offerti nell’ambito delle banchine private» a seguito della definizioni delle nuove tariffe per tutte le società di interesse generale del porto di Civitavecchia a giugno scorso da parte dell’Adsp. «Una riduzione - hanno spiegato dalla società - che rende le nuove tariffe poco remunerative alla luce dei notevoli costi gestinionali e di personale connessi all’organizzazione dei servizi resi, e che comporterà una riduzione di fatturato ad oggi stimabile in circa 2 milioni di euro». Non solo. A questo si aggiunge anche una significativa contrazione delle attività del settore di gestione dei parcheggi. Port Mobility, infatti, si occupa di gestire tre distinti parcheggi: Bramante, Cruise e Nord. Il primo è già stato riconsegnato a giungo e verrà soppresso per via della nuova apertura a sud. Il Cruise verrà riconsegnato all’Adsp entro il mese di novembre 2025 a causa della nuova configurazione portuale derivante dai nuovi piani operativi. Il Nord infine verrà ridotto per la realizzazione delle nuove infrastrutture ferroviarie. Una risuzione complessiva, quindi, di circa il 60% delle aree attuali che, insieme alla questione Logiportm comporta già da subito un esubero stimabile di circa il 45% dell’attuale forza lavoro nel settore Viabilità e parcheggi. «L’azienda negli ultimi anni ha già fatto ricorso agli ammortizzatori sociali ed ha quasi esaurito la possibilità di riattivarne - hanno ricordato - inoltre le ragioni a fondamento della riduzione di personale sono definitive e attualmente insuperabili». Port Mobility, nonostante tutto, si dichiara disponibile al cofnronto con le parti sociali «per predisporre - hanno concluso - eventuali azioni alternative mirate ad aiutare i lavoratori eventualmente interessati dagli esuberi nella transizione post-lavorativa».

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